Le avventure di Sulfimigi: umanista precario
Questo libro è stato creato dallo stesso autore del blog...
Questo non è propriamente un romanzo: lo si può leggere come tale ma il senso della storia raccontata sfuggirebbe al lettore.
Si tratta di un "romanzo alchemico", ovvero una storia dove il protagonista segue un percorso di conoscenza interiore per realizzare la sua vera natura. Non è necessario essere conoscitori della materia né posso considerarmi tale in quanto autore del libro. I riferimenti alchemici rappresentano una sorta di intelaiatura del racconto.
Il nome stesso del protagonista, Sulfimigi, è un'allusione allo zolfo: elemento che secondo la tradizione alchemica può trasformarsi in oro. Questo principio sorregge la trasformazione a cui va incontro il protagonista nelle sue avventure di laureato destinato alla precarietà.
Egli parte da una forma di impurità per diventare puro. L’impurità è rappresentata dall’ingenuità della conoscenza puramente intellettuale maturata con gli studi universitari. Il percorso di purificazione passa attraverso il confronto con l’esperienza della dura realtà ma anche tramite un processo di disillusione che avviene attraverso incontri onirici.
La purificazione alchemica è il concetto che permette al protagonista, Sulfimigi, di trovare un senso all’odissea del precariato che si trova costretto ad affrontare. Ma al tempo stesso segue il percorso di vita vissuto da un precario, ed il precariato diviene metafora di una condizione interiore inquieta ed affamata di vera conoscenza.
La conoscenza di elementi alchemici permette a Sulfimigi di ottenere una purificazione del proprio spirito irrequieto. La sua avventura parte dal mare: una barca a cui vengono sganciati gli ormeggi per volere dei suoi vecchi docenti universitari che lo abbandonano ad un destino fatto di porti insicuri e navigazioni solitarie. Approda nei luoghi dove la gente comune vive in una condizione di schiavitù lavorativa ed è per lui come una traversata del deserto dove perde i riferimenti con se stesso e con gli altri. Ma ad ogni avventura trova lungo la via una figura immaginaria che gli apre gli occhi sulla realtà. Ognuna di queste figure rappresenta uno degli elementi primordiali: Ippocrate (Acqua) Leonardo da Vinci (Fuoco) Adolf Hitler (Terra) Carl Gustav Jung (Aria) ed infine Friedrich Nietzsche che rappresenta il sole come fonte del sapere primordiale.
Dall’acqua del mare alla montagne: anche questo è un passaggio simbolico che rappresenta l’unione di due opposti. Lo zolfo infatti rappresenta, a livello alchemico, l’elemento che, unito al mercurio realizza le nozze alchemiche: l’unione degli opposti che genera una nuova unità ideale rappresentata dalla purezza aurea.
Il romanzo si svolge su due livelli: non solo quello “alchemico” ma anche quello biografico legato ad esperienze lavorative realmente vissute dall’autore.
Quest’ultimo aspetto si svolge per episodi distinti in base al tipo di lavoro in cui il protagonista si imbatte, ovvero:
-animatore nei villaggi turistici
-guida museale
-operatore call center
-rappresentante di prodotti e servizi vari ed eventuali
-lavoratore in proprio
Il filo che lega queste diverse avventure in ambito lavorativo è il processo di purificazione da tutto ciò che risulta avulso alla propria personalità. Il protagonista segue, quasi inconsapevolmente, un percorso che lo porta ad una individuazione di sé. In ognuna di queste fasi il protagonista avverte un senso di alienazione da cui riesce ad uscire soltanto trovando la sua autentica forza creatrice. Per trovarla saranno anche in questo caso indispensabili i confronti con gli interlocutori già citati.
In ogni episodio il protagonista arriva ad interloquire con questi spiriti immaginari attraverso un espediente letterario: l’assunzione di alcolici. E’ un modo per far entrare il protagonista in una dimensione onirica e di “trasvalutazione dei valori” nella quale solo lui ha accesso.
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