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Calvana versione invernale: Vipera, Dentista, 3 Porcellini e Travalle (Seccomass)

La Calvana è la montagna toscana che ti sorprende. Un colosso montuoso di tutto rispetto sia in altezza che in estensione. Intarsiato da numerosi sentieri boschivi e prativi offre un ventaglio di percorsi MTB di ottimo livello e suggestivi anche dal punto di vista panoramico. 

Questo grazie anche al lavoro degli appassionati locali che si dedicano alla manutenzione dei percorsi.

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E' noto al grande pubblico delle ruote grasse il giro "grande" che prevede il passaggio sulla cima, l'attraversamento dei pascoli in altopiano e la furibonda discesa enduro che conduce fino alle prime palazzine di Prato. L'abbiamo già proposto in questo itinerario, ed è l'ideale in giornate lunghe e soleggiate.  

Per l' inverno la soluzione più tattica è rimanere ai piedi del gigante dove partono trail brevi, divertenti e per tutti i gusti.

Partenza tra gli ampi parcheggi del parco naturalistico di Travalle solitamente affollato di escursionisti in bici, a piedi.

Le discese sono 4, le salite 2 da ripetere 2 volte e sono entrambe arcigne. Il primo obiettivo è la Vipera Viola: salita che parte da un poetico e pianeggiante vialone alberato di cipressi. L'incanto si esaurisce in un centinaio di metri: virata a destra e scalata da tappone dolomitico con pendenze intorno al 15% su via Castiglioncello. Dopo 3,5km, giusti giusti per scaldarsi, si approfitta di uno spiazzo verde per la vestizione. E' sorprendente l'intensità delle emozioni che si provano in così poco dislivello. E' un trail ricavato nel bosco, prevalentemente flow ma con sempre qualcosa in più: passaggi su roccia, gravity e tornanti stretti. Non molla fino alla fine ed è esaltante per la guida. Per i più sfegatati c'è anche una bella rampa con salto non indifferente.








Risalita, stavolta prolungata fino alla vetta antennata di Casa Castiglione approdando in un verde prato e sotto la protezione di una grossa croce metallica. La Dentista ha nel panorama e nell'attraversamento di una storica zona mineraria i suoi punti attrattivi. Per il resto è una discesa piuttosto blanda tecnicamente parlando. C'è solo un punto che richiede un certo azzardo e nel quale potreste aver bisogno del tipo di professionista da cui prende il nome la discesa.






Cambiamo zona spostandoci verso ovest e mettendo alle spalle l'archeologia industriale di zona le Macine per dirigerci verso un'ambientazione fatta di fastose ville e lussureggianti colline. Nel giro di un paio di km e mezzo si intercetta la "Via dei Bifolchi", famigerata per le sue rampe. 

3km di salita, quasi tutta asfaltata, per scalare 400 m di dislivello e si parte con la Tre Porcellini. Un trail ammantato nel bosco, con passaggi mai estremi ma molto divertenti su un fondo prevalentemente caratterizzato da sassi smossi e placche di roccia. Si impone una guida molto fisica e continui cambi di traiettoria tra radici, tronchi e massi. Scoppiettante l'ultimo tratto che precipita letteralmente su Filettole con lastre di roccia in contropendenza. Non sappiamo di preciso quale sia l'origine del nome ma qualche indizio in giro sembra esserci.






Ultima risalita della china, stavolta è da mettere in conto anche il tratto che porta alla Casa Rossa. E' il gran finale sulla più Hard del quartetto: il sentiero Travalle o Seccomass. Partenza in sordina tra gli ultimi lembi di prateria ed un passaggio avventuroso tra la fitta macchia mediterranea. Il viaggio all'inferno inizia dopo 1 km: una serie interminabile e spossante di passaggi su roccia dove la traiettoria non è sempre scontata e l'istinto del biker si rivela decisivo. Con un misto di doti di improvvisazione e freddezza si può arrivare integri tra gli ulivi secolari che caratterizzano la piana di Travalle. Per i biker navigati non ci sono passaggi impossibili: in ogni caso balzerà all'occhio un rock garden dove c'è un po' da studiare.






     

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