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Calvana: a tutto enduro sopra Prato

Chi si aspetta dalla Calvana una tipica ambientazione toscana dalle dolci colline rimarrà stupito. Le caratteristiche ambientali sono piuttosto anomale per queste latitudini: terreno carsico e roccioso, una natura difficile da domare ed una flora particolarissima (a tratti alpina) tutelata dall'ente parco per il valore di biodiversità.






Oltre a quel senso di primordiale e ad un contesto silvo-pastorale che sembra sospeso nel tempo ci sarà modo di incontrare elementi di storia: la frazione di Valdibona è un centro di documentazione sulla storia della resistenza e sorge nello complesso rurale nel quale avvenne uno tra i più sanguinosi scontri tra formazioni partigiane e truppe Wehrmacht su quello che nel 1944 era il fronte della Linea Gotica.






Partenza dal parco archeologico di Travalle dotato da ampi parcheggi.
Salendo a fianco di una villa contornata di cipressi si prosegue con un tratto leggermente in discesa su sentiero nel bosco per arrivare al quasi pianeggiante asfalto della SP8 che inizia in località La Chiusa e scorre parallela all’autostrada Firenze-Bologna fino al km 7. Da qui deviamo sulla sinistra all’altezza di un cementificio. Inizia qui il tratto montano vero e proprio. Fino al km 10 è l’asfalto ad accompagnare ma poco prima di entrare il Valibona (km 12,5) inizia una larga forestale.

L’ascesa diventa piuttosto inclemente dopo 1km quando il fondo diventa più erto e sconnesso ed in certi tratti conviene spingere. Nei pressi si può ammirare un trattore Ford risalente ai primi del '900. 




Non molla fino al raggiungimento del Monte Cantagrilli (km 15,5). E' il punto più elevato del percorso, oltre ad essere coronato da una grossa croce metallica (foto sopra). Da qui inizia un tratto di plateau che permette anche di recuperare le energie oltre a poter ammirare un superbo panorama che spazia su tutta la valle dell’ Arno e sulla brulicante Prato, capitale italiana del tessile. Da apprezzare i contrasti ambientali tra conifere e faggi dalle alte chiome appena lasciati alle spalle, all’ambiente arido della cima: il tutto in poche centinaia di metri di dislivello!





La discesa avviene in modo progressivo: dapprima blanda e frenata da un terreno particolarmente scassato, poi discesa verticale, frenetica e spiccatamente tecnica. Ma andiamo con ordine.
Raggiunta la Retaia (altra croce monumentale - km 18) si lascia alle spalle l’ambientazione bucolica con tanto di cavalli e pecore al pascolo e si ritorna in un più selvatico contesto montano. La discesa inizia a farsi incandescente dopo un lungo tratto di crinale non del tutto pedalabile: si rivelerà un buon riscaldamento per affrontare la serie infuocata di tornanti e rock garden che puntano dritti su Prato regalando una visuale impressionante.





Al km 19 avviene il passaggio sul Sentiero delle Scalette: a segnarlo è un tratto cortissimo in falsopiano su carraia. Non imboccate il primo single trail che scende con tentazioni di discesa ma il successivo all’altezza di un rustico (Casa Bastone) con panchine da Pic Nic. Il trail ha un’impronta nettamente trialistica con passaggi su gradoni e tornanti stretti da manuale.





Quando si è ormai arrivati a ridosso della periferia nord di Prato si devia a sinistra (km 21) sulla strada di San Paolo Carteano in direzione Filettole. Seguono 2 km in falsopiano tra ulivi, chiese, ristoranti e qualche fontana. Al km 23,5 il cambio di rotta con la scalata di via dei Bifolchi  che sarà ricordata come la più arcigna del giro. Spiana dopo 2,5 km all’altezza di un crinale dove l’asfalto lascia il posto allo sterrato in corrispondenza di una casa rurale di colore rosso sbiadito dal tempo (loc. “ca' rossa”). 
Qui il consiglio è di seguire molto attentamente la traccia perché le deviazioni sono ingannevoli: non tutte sono sentieri ma strade ad uso agricolo. La discesa trialistica vera e propria inizia al km 27,2 presso Casa Villanova ed è un turbinio di passaggi rocciosi spiccatamente tecnici. 






 
Si sbuca presso il Podere Fornello con il suo vistoso uliveto e qualche ulivo secolare. Con la mulattiera si torna presto sulla strada comunale asfaltata che cinge il cimitero di Travalle e da qui in breve si raggiunge il parcheggio.


 


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