Libri - Maglie - Tracce- Attrezzatura

Sentiero 601: il trituratore del Garda

Sentiero 601 del Garda, ovvero ennesima classica del Garda Enduro nel catino che circonda il più grande lago della penisola. 

Itinerari Garda MTB

Impossibile rimanere delusi per quanto alto sia il rango discesistico che andate cercando: difficilmente si può eguagliare una simile intensità trialistica, se non restando sui percorsi gemelli del comprensorio benacense quali Val del Diaol e Coast trail di cui abbiamo già stilato i dovuti report; a tal proposito:


Partenza da Nago con l' arcinota salita asfaltata che lega tutte le grandi discese del comprensorio. Ascesa graduale e decisamente panoramica con vista sulle Falesie paradiso degli arrampicatori, ed ovviamente sull' azzurro catino del più grande lago della penisola. 




Dopo 5km in località Malga Zures, teatro di un furioso combattimento durante la Grande Guerra, incontriamo l'imbocco del sentiero 601 tradizionalmente riservato alle MTB. Troppo presto per inforcare casco e protezioni, decidiamo di continuare per altri 6 km sul nastro bituminoso mettendoci alle spalle la Capanna dei Caduti del Monte Baldo (km 7 - da cui partirebbe il già noto Coast Trail) e zigzagando fino a raggiungere una sbarra che delimita l'inizio dello sterrato. La scalata si arresta dopo pochi colpi di pedale (km 11): decidiamo di scender da quota 1.600m. su invito del bel sentiero che abbiamo più volte intersecato.



Discesa molto animata, con entusiasmanti passaggi su roccia e rilanci su un flow che appare in netta minoranza. 



Ripassiamo alla Capanna e continuiamo a scendere: il tratto sarebbe vietato alle bici come recita il cartello che incontriamo al km 13. Si tratta di fare meno di 1km per ritornare a Malga Zures e anche se non ci piace fare sentieri vietati lo compiamo lo stesso con la dovuta accortezza consapevoli di poter incontrare escursionisti. A dirla tutta non è neanche chiaro il senso di un divieto su una strada che appare larga e caratterizzata da grossi sassi che impongono un'andatura lenta ma tant'è.  



Il gate di legno con la scritta SEICENTOUNO segna il ritorno nella legalità freeride (km 15,5). A dare il benvenuto è un lungo panettone con curva parabolica, questo apparente ingresso in un bike park risulterà ingannevole: da qui in avanti sarà dominio di un fondo naturale trialistico triturante. 






Particolarmente esaltanti per la guida alcuni passaggi su lastroni in roccia con contropendenza: un motivo per il quale questo percorso è da affrontare solo in condizioni di asciutto perfetto .

Finale in leggera risalita sulla cementata che scorre in mezzo agli uliveti e rapido ritorno a Nago.






Commenti

Sponsor affiliato

Seguci anche su Facebook!

Seguci anche su Facebook!
Se per qualche strano motivo non hai ancora messo "Mi Piace" sulla nostra pagina...fallo! E' un piccolo grande aiuto per andare avanti nella nostra missione

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *

Post popolari in questo blog

Bici Decathlon: assolutamente sì o assolutamente no?

Sindrome del Piriforme: la bestia nera del ciclista

Lettera aperta al Parco della Lessinia: basta multe alle MTB!