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Epico di Porta Prada (LC): dal Lago al Rifugio Bietti e discesa da paura!

Che cosa rende epico un itinerario ? Un primo criterio potrebbe essere quello selettivo: fatica in salita ed abilità in discesa sono due filtri che rendono questo giro riservato a biker esperti. 

Porta Prada, lo sbalorditivo arco naturale


Qualche cifra tanto per inquadrare la difficoltà del percorso: la lunghezza supera i 40 km, il dislivello oltre i 1.800m con un discreto tratto a spinta e non manca il portage, anche se per poche decine di metri in tutto.

Partenza consigliata: Lierna, nei pressi del cimitero vi sono posti liberi. Indubbiamente consigliato affrontare la trafficata SP72 del lungolago alle prime ore del mattino per arrivare a ridosso delle romantiche viuzze di Varenna che si affacciano sulle acque del lago.





La salita inizia realmente qui imboccando la SS 753 per Esino. Un lungo serpentone di asfalto che scorre sorvolando le impenetrabili e ripide foreste dell'omonima valle. Il paese si raggiunge dopo circa 10 km di ascesa su una strada decisamente poco trafficata, almeno nelle prime ore del mattino, prima di diventare preda dei motociclisti.

Il piccolo comune val bene una sosta rifocillante tra bar e negozi: il giro è ancora parecchio lungo ed anche l'agio di una salita su asfalto sta per terminare. Superata la chiesetta degli alpini si arriva rapidamente al parcheggio: una specie di terminal per i mezzi motorizzati. E' una salita a tratti estenuante, con continui rilanci, tratti a spinta e qualche passaggio in portage. La ricopensa non sarà solo per gli occhi ma anche in una bella discesa gustosamente tecnica. 

Inutile dire che lo spettacolo più maestoso è quella straordinaria formazione geologica che è l'arco naturale di Porta Prada: l'immagine vale più delle parole. Lo sfondo delle Grigne con al centro la sagoma del Rifugio Bietti Buzzi è un'altra immagina da cartolina. Ma più di tutto vale l'emozione di trovarsi al centro di un meraviglioso quadro della natura con il lago sullo sfondo.












Prima della discesa conviene ripassare bene tutti i fondamentali della guida ed essere pronti a dare qualche colpo di reni non riportato sul manuale di MTB.

La parte alta è subito impegnativa con passaggi molto fisici che alternano flow e roccia. Dopo il primo crocevia segue una fase che sembra di assopimento ma dura poco. Al successivo incrocio inizia un'interminabile sequenza di passaggi su roccia veramente ardimentosi e soprattutto estenuanti per il fisico già provato dalle fatiche della scalata. La media di difficoltà rimane sempre su livello S3 con un passaggio di S4 da brivido nella parte finale. Bisogna tenere duro fino alla chiesa di Santa Maria sopra Olcio: da qui in avanti diventa decisamente più scorrevole. A tutto questo si aggiunge la presenza di numerosi tratti esposti non pericolosi se ben gestiti.




Da mettere in conto anche numerosi rilanci che per le gambe già spossate non sono un piacere. 

La discesa vera e propria termina a Sonvico, da qui si arriva rapidamente a Lierna su strade silvopastorali.



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