Val di Gresta (TN): Patone e San Rocco
Due discese, due vallate una perpendicolare all'altra: la val di Gresta che unisce Rovereto al Lago di Garda, e la Vallagarina dove scorre l'Adige nel suo ultimo tratto montuoso.
Difficile dire cosa affascina di più in questo itinerario: se i favolosi panorami che spaziano da un ambiente vallivo all'altro, o se l'eredità storica della Grande Guerra che qui non ha lasciato memorie di combattimenti o eventi particolari ma un poderoso sistema difensivo con cui gli austroungarici si sarebbero opposti ad un'avanzata italiana che in realtà fu fermata molto più a sud, all'altezza di Malga Zures, non lontano da Nago.
Se non fosse per questo ci sono comunque due discese divertenti che val la pena provare o da fare in alternativa all' itinerario gia proposto.
Partenza da Loppio con salita in asfalto per i primi 3km, per poi imboccare una deviazione sterrata sulla mulattiera delle ex cave. Una croce sul ciglio della strada ricorda la tragica morte di un addetto alla cabina elettrica negli anni '50.
La salita è abbastanza dura ma non proibitiva e rapidamente si raggiungono i dintorni di Valle San Felice. E' possibile continuare su sterrato, ma in caso di terreno fangoso è preferibile l'asfalto della provinciale.
Prima di sorvolare su Manzano è sicuramente interessante divagare per qualche centinaio di metri nel labirinto fortificato di Nagia Grom percorribile in bici sul lato esterno, solo a piedi tra le strette trincee.
Ripresa la strada si continua fino a Nomesino, da qui si sale ripidamente su una cementata da grimpeur. Interessante la chiesa medievale "barbarica" di Sant'Agata.
Proseguendo su sterrato ci si imbatte nella "grotta degli appestati", una cavità nella parete rocciosa utilizzata come lazzaretto ai tempi della peste nel XVII sec.
Si prosegue su asfalto con pendenze abbastanza significative fino a quando si intravede la cuspide rocciosa del Monte Biaena. Gli ultimi 200m di dislivello sono colmati con maggior scioltezza su un tratto di crinale panoramico molto suggestivo che si conclude all'altezza di Malga Somator con vista sullo Stivo. Da qui si scende dritti su Patone con discesa molto ripida, veloce e guidata: prima parte su larga sterrata, segue breve attraversamento di un campo per imboccare il sentiero vero e proprio.
Da Patone una risalita uggiosa e costante su asfalto. Consigliata una deviazione turistica per vedere quanto ancora conservato del Castello di Monte Corno. Dopo gli ultimi due tornanti da gran premio della montagna si approda ad un altro luogo della storia: il presidio austroungarico di Monte Faè, anche questo percorribile intorno alla mulattiera.
Le fatiche comunque non sono finite: con un ultimo colpo di reni si supera la china dei 900m slm ed in leggera discesa si torna a Nomesino deviando subito a sinistra prima di entrare in paese. Qualche metro di asfalto e poi inizia un bel sentiero con tornanti tecnici. Giunti ad un bivio bisogna decidere tra San Rocco e Montalbano: quest'ultima è descritta nell'altro itinerario ed è molto più tecnica. Optando per la San Rocco si trova una discesa veloce e su fondo sassoso con panoramica da urlo su Mori. Da qui non resta che innestarsi sulla ciclabile e tornare a Loppio.
Ricapitolando:
Discesa Pannone livello tecnico tra S2 ed S3 - Discesa San Rocco S2
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