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Val di Gresta (TN): spettacolare All Mountain tra pareti rocciose e trincee

Scorre perpendicolare alla Val d'Adige e la collega con il Lago di Garda: è la Val di Gresta, sormontata dalle creste medio alte del settore prealpino e famosa per la sua produzione di ortaggi bio. 

Non è una delle mete più gettonate dagli appassionati di ruote grasse, tuttavia per il suo potenziale meriterebbe di essere ampiamente rivalutata.





Presentiamo qui un tipico itinerario All Mountain, ricco ed affascinante sia sul piano paesaggistico che sull'offerta di punti di interesse; le discese sono molto divertenti e particolari. 
A riempire lo sfondo è l'eredità della Grande Guerra. Si possono visitare due imponenti capisaldi Austroungarici: quello del Nagia Grom e del Monte Faè. Il loro compito era quello di difendere la linea di confine che scorre tra il settore del Garda e quello più inoltrato della linea Folgaria Lavarone.   





Notevole è anche la presenza di edifici religiosi di epoca medioevale, ne incontreremo due. Con una breve digressione si possono visitare anche le rovine di Castel Corno (X Sec) a metà circa del percorso.




Parcheggiamo presso l'ampio parcheggio retrostante al ristorante Fanum (prima di entrare a Loppio), dove ci attende un breve pezzo della ciclabile del Garda. Alla prima rotonda si prende a destra sulla provinciale per Ronzo Chienis. La salita è abbastanza agevole e segue il fondo di una arcaica strada militare di cui si vedono spuntare i resti frammentari.
A Valle San Felice si devia per una visita alla Chiesa medioevale (km 4,5) per poi attraversare la frazione prendendo la SP 45 che porta al complesso di Nagia Grom (7km) del quale si può compiere un anello perimetrale ciclabile, o scendere a piedi per visitarlo più in dettaglio.




Tornando su asfalto si supera Nomesino per deviare a sinistra, all'altezza di una cappelletta, in direzione della Chiesa Barbarica di Sant'Agata (km 11). Di barbarico c'è anche la salita cementata con pendenze intorno al 18%. Superata la pittoresca Chiesa si devia a destra per visitare un pozzo romano ed una grotta utilizzata in tempi passati come lazzaretto per gli appestati.



Si continua su strada sterrata fino al km 13,5, quando finalmente inizia la discesa. Dopo un breve ingresso su larga mulattiera inizia un entusiasmante single track (il San Valentino) che scorre nel fianco della parete con squarci panoramici mozzafiato. Il fondo è un divertente alternarsi di rocce e flow.





Terminata la discesa si può deviare a sinistra per ammirare le rovine di Castel Corno, e poi affrontare l'uggiosa salita su asfalto per il Monte Faè (km 20) che ospita un altro avamposto militare analogo al precedente.

Ora non rimane altro che tornare a Nomesino ed intraprendere l'ultima e vorticosissima discesa che sovrasta la parete di Montalbano (nota via ferrata). In alcuni passaggi esposti o troppo stretti si deve scendere di sella, ma il 90% del sentiero è affrontabile da biker dotati di buona tecnica. Varrebbe comunque la pena anche solo per gustare della sbalorditiva visuale di cui si può godere stando sopra una parete rocciosa. 





Trattandosi di sentiero condiviso con gli scalatori si raccomanda massima prudenza e cortesia verso chi incontriamo.
Dopo la Chiesa di Montalbano un ultimo tratto di sentiero tecnico ci porta a Mori e da qui il ricongiungimento al parcheggio.





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