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Tredozio (FC) Cascate dell'Acquacheta e delle Lavane

Nel verde appennino romagnolo scorrono come vene numerosi torrenti e rii, uno però sa mettersi in vista con una spettacolare cascata lunga quasi come un campo da calcio. E' un nome, l'Acquacheta, che non suonerà nuovo ai lettori della Divina Commedia, infatti anche il Sommo Poeta Dante Alighieri ha tratto ispirazione da questo scenario letteralmente infernale. 


Ci sono anche altri giochi d'acqua protagonisti: come in una sorta di preambolo entreranno prima in scena le Cascate delle Lavane. Arriveranno a conclusione di una discesa lungo i crinali che cullano il passaggio di queste acque che riforniscono questa graziosa e  misteriosa cascata. Pare infatti che il suo corso abbia aperto qualche interrogativo tra i geologi: non è ancora chiaro se in passato il suo percorso sia stato deviato da una frana o da qualche opera artificiale per portare acqua al sottostante mulino.

L'itinerario è molto impegnativo sotto tutti i profili: per chi non ha l'ebike c'è da mettere in conto una mezz'ora abbondante di tratti a spinta spezzettati in varie fasi. La discesa è per appetiti forti: passaggi impegnativi su roccia e qualche flow vertical da brivido. Fare attenzione su alcuni passaggi esposti.

Partenza da Lago di Ponte - Rif. Casa Ponte con la salita della SP 86 che sale agevolmente fino al colle del Tramazzo. Deviazione netta sul sentiero del Cozzo del Diavolo: almeno una decina di minuti a spinta poi si possono scatenare gli animi su una serie di passaggi in discesa veramente indiavolati. 




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Da qui in avanti qualche problema con la viabilità in fase di sistemazione: lavori di ruspa costringono a deviare su una orrenda mulattiera  aperta dai cingoli. Per fortuna a breve riprende il sentiero e si arriva al Passo della Peschiera dove, oltrepassando una cancellata, parte la lunga pista forestale. La nostra destinazione è il monte Lavane che si trova spostato a sud, si raggiunge attraversando un'angusta vallata scavata dalle acque dal torrente Arnaio. 

Al 13km dobbiamo abbandonare il comodo stradello ghiaiato per una salita molto ripida che richiede un nuovo contributo alle reni. La conquista della cima è contrassegnata da un curioso segnavia in ferro che indica la nostra discesa: il 413. 



Divertentissima da guidare, spettacolare nei panorami, inquitante nella profondità del bosco. Ha un solo difetto: una certa mancanza di continuità a causa delle continue risalite. Tutta fattibile in sella, ad eccezione di un incastro tra rocce, per chi ha ottime capacità di guida.





Il fragore delle cascate annuncia l'ingresso nella zona naturalistica (siamo nel parco delle Foreste Casentinesi a cavallo tra Emilia e Toscana) dove ammirare gli spettacolari giochi d'acqua ed ammirare vecchi mulini e romiti in pietra. La discesa tuttavia non è finita ed il sentiero che scorre a fianco del torrente è tutt'altro che banale. 






Godiamoci queste ultime scosse di adrenalina perchè ci aspetta un ultimo sforzo: 500 m di salita su asfalto e sterrato per tornare al Colle Tramazzo e ripetere la salita a piedi del Cozzo del Diavolo. Stavolta deviamo a destra sul sentiero 553 che scorre esattamente fra Emilia e Toscana. L'inizio potrebbe spaventare: un tratto ripidissimo con radici e sporgenze, ma sono solo pochi metri da affrontare a piedi (per i comuni mortali) poi il sentiero si rivela divertentissimo con passaggi stretti e guidati e qualche bel gradone.




Arrivo diretto sullo sponde del laghetto.

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