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Mte Morello dal flow al trial

Chi ci segue avrà notato che il Monte Morello, la cima più alta da cui ammirare il capoluogo toscano, è una nostra meta consolidata. La sua offerta sentieristica è tanta e tale da offrire sempre nuove interpretazioni, insomma una meta classica per chi vuole svernare enduro. 



Lo abbiamo percorso in lungo ed in largo, in alto ed in basso, ma in questa proposta di itinerario abbiamo unito il più possibile la varietà di genere e tipologia di terreno, ed è veramente sorprente come tutto questo possa coesistere nella stessa area montuosa.

Partenza dal grande parcheggio in prossimità del sottopasso. Il passaggio dalle frenetiche atmosfere dell'area industriale ai ritmi senza tempo delle campagne è fulmineo. Seguendo via delle Cantine si arriva a Collina costeggiando numerosi uliveti. Superata questa località segue un tratto molto ripido, degno di una cronoscalata. Bisogna tenere duro fino al Rifugio/Chiesa di Gualdo, da lì in avanti si può tornare a ritmi più umani. 

L'arrivo a Fonte dei Seppi segna anche la fine dell'asfalto. Siamo anche in una zona storica legata al contesto della Linea Gotica, in particolare questo è il punto dove avvenne un feroce scontro tra tedeschi e partigiani. La croce di legno sulla sinistra del parcheggio è un tributo di memoria per il sangue versato.



Per salire a Poggio al Giro vi sono due possibilità: la salita "girello" su sterrato tutto tornanti o la direttissima su ghiaia indicata nella traccia. In ogni caso il tratto finale più duro è da mettere in conto per tutti. 

La sommità è facilmente riconoscibile dalla corona di acciaio delle antenne. Da qui partono numerosi trail in tutte le direzioni, la nostra è quella del Brigante. E' indicato come sentiero DIFFICILE: in tutta onestà l'unico punto veramente impegnativo è il salto artificiale situato circa a metà, il resto sono tornanti flow nemmeno strettissimi. 



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Si sbuca sull'asfalto della SP 130: è il breve intermezzo che separa da un trittico, questo sì difficile ed entusiasmante che parte con la Black Mamba per poi diventare Intifada e Vietcong. Non sapremmo dire dove inizia uno e finisce l'altro ma senza dubbio i nomi hanno quel qualcosa che evoca l'aspetto tenebroso e selvaggio dell'ambientazione in cui si snodano i trail. Bellissimi passaggi su placche di roccia alternati ad una guida resa vibrante dalla ristrettezza degli spazi ed un certo quoziente di gravity. 



La discesa è lunga ed estenuante a dispetto delle apperenze; termina in località Cercina dove ci attende una lunga e dura risalita. Dapprima su asfalto in zona agricola, poi lasciando alle spalle la graziosa Pieve di Sant'Andrea. Questa zona è famosa per l'eccidio di Radio Cora nel giugno del '44: un'emittente clandestina partigiana scoperta dai tedeschi tramite una delazione.



La parte più dura della salita inizia con il sentiero 16a che riporta all'altezza dell'inizio della Black Mamba: alcuni tratti a spinta ma nel complesso vale la pena eseguire questo taglio in un favoloso bosco di lecci.

Compiamo un giro "a 8" tornando alla Fonte dei Seppi e da qui proseguendo sulla cresta della montagna per imboccare la Pianettole nota anche come Rompistinchi. E' la discesa più trialistica del percorso. L'inizio è relativamente scorrevole e con scorci panoramici da cartolina sulla città del Giglio. La seconda parte è invece un incalzare continuo di diaboliche sequenze su roccia: non sono ammesse esitazioni. 



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Segue un breve intermezzo di discesa su carrareccia per approdare all'ingresso della "Le Rocce". Scorre quasi parallela alla Brucomela ma di questa non è nemmeno parente: trail divertente sì, ma di livello tecnico molto più basso. In compenso la cascata situata alla fine del sentiero è incantevole.



Quella che segue è una micidiale fase finale di risalite su fondo naturale che prosciugano le ultime energie conservate nelle gambe. Viabilità un po' complicata per via di lavori di ristrutturazione e fondi privati nell'antico Borgo Morello, in ogni caso si esce in prossimità della Fattoria Morello.

Altro snodo "a 8" intorno a Collina, risalita su fondo naturale fino a trovare sulla sinistra la recinzione di un grosso complesso abitativo. Le possibilità di scendere sono varie, stavolta optiamo per la "Rock Canyon": un parco giochi con paraboliche, tornanti stretti e qualche passaggio su roccia e radici.

Si sbuca su strada ghiaiata e seguendo la discesa si arriva tra le vie della zona industriale di Sesto Fiorentino dove tutto è iniziato. 

   

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