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Epico del Monte Stivo dalla Val d'Adige

Tra le cime dell'alto Garda la cui conquista si può definire "epica" per le fatiche necessarie a conquistarla e per la discesa da incorniciare c'è sicuramente quella del Monte Stivo.

Mancava al nostro palmares di cime memorabili e le giornate limpide di inizio autunno costituiscono la stagione ideale per non essere sopraffatti dalla canicola che sarebbe insopportabile nel tratto esposto a sud, per quanto mitigato da una quota che supera di poco i 2.000.






Svariate sono le possibili interpretazioni che si possono dare ad un itinerario con epicentro questa vetta che domina la punta più settentrionale dell'arco gardesano. In questa proposta la base di partenza è in val d'Adige, poco sopra l'uscita di Rovereto Nord, nel comune di Pedersano dove il parcheggio del cimitero si dimostra ottimo appoggio logistico.

Grazie a tagli e strade forestali possiamo dedicare all'asfalto e al traffico lo stretto necessario. Superata Castellano ed il suo castello che si staglia sullo sfondo, si prosegue con qualche taglio sulla  provinciale per il Lago di Cei. Deviazione a sinistra sulla SP88 e abbandoniamo velocemente l'asfalto in favore di una favolosa forestale immersa nel bosco.

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La salita è uggiosa ed il fondo smosso non aiuta, in compenso non si soffre il caldo ed il rombo dei motori è un'eco lontana. Poco sopra Passo Bordala inizia un tratto di mangia e bevi che scorre in ambientazioni bucoliche coronate dalle cime rocciose della dorsale dello Stivo. 



Nell'economia del giro questa parte non è che un riscaldamento a quello che segue. Un primo durissimo tratto è quello che inizia poco dopo la chiesetta di Sant'Antonio fino a loc. Le Prese: tutto sommato pedalabile per gambe allenate. Da qui inizia un tratto altrettanto impietoso, una sfida contro la forza di gravità e lo scivolamento di un fondo ghiaioso. Sullo sfondo si intravede la sagoma del Rifugio Stivo: una buona metà della salita, circa 300m (a partire dalla malga) è da affrontare in portage o bici a spinta. Una volta arrivati lì, l'ultimo tratto per raggiungere la croce è una bazzecola.  

La vista in cima è superba: lo sguardo domina su tutte le vette del Trentino ed il Garda appare in tutta la sua estensione.

 

Garda MTB





Inizia la discesa declinando sul prato della cresta verso ovest. Il primo tratto non presenta particolari difficoltà se non quella di controllare la bici su un fondo sdrucciolevole e qualche tornante. Preme far notare che si tratta dello storico "sentiero dei serbi" costruito con la fatica dei prigionieri serbi all'epoca della Grande Guerra.






Il tono cambia intorno al km 21 quando si passa sul versante che si affaccia alla Val d'Adige: è il 623. I passaggi tecnici si sprecano, il controllo della bici deve essere assoluto per evitare scivoloni ed impuntamenti. Certi passaggi si devono affrontare a piedi: ma si tratta di episodi sporadici che nulla tolgono alla bellezza complessiva del sentiero. Attenzione a qualche tratto esposto!

Ritorniamo sui nostri passi tornando a Passo Bordala. Segue un tratto di ricongiumento su asfalto che attraversa i prati in leggera salita. Una volta imboccato il sentiero sarà un turbinio di passaggi molto selvaggi che esaltano la tecnica di guida. In un punto, intorno al km 27, ci sono alcuni alberi che sembrano occludere il sentiero: basta oltrepassarli ed il sentiero riprende.

Nel finale si consiglia di seguire fedelmente la traccia: ci sarebbe  un sentiero per arrivare sulla strada ma termina in una proprietà privata con cani in libertà, quindi si arriva dritti in paese seguendo la cementata.

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