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Collina della Maresana: enduro puro a due passi da Bergamo

Sembra incredibile che tutto inizi in piena contiguità con l'espansione urbana del capoluogo lombardo: eppure Bergamo è proprio a distanza ravvicinata con le sue meraviglie architettoniche che si protendono dalla pianura fino ai primissimi rilievi.

Questo itinerario ha come epicentro la collina Maresana, un polmone di verde tutelato dall'ente parco che permette ai bergamaschi di fuggire dallo stress della vita cittadina. 

Negli anni la MTB ha avuto un certo sviluppo grazie al lavoro portato avanti dagli appassionati locali (Orio Bike Area) che hanno dato vita ad una trail area di ottimo livello.




L'ambientazione collinare e l'esposizione a sud rendono questo luogo ideale per il periodo invernale. Oltretutto buona parte del fondo è costituito da roccia, quindi il problema del fango, almeno su queste tre discese, non si pone.

Ampio parcheggio schiacciato in un contrasto tra il brulicante traffico della tangenziale ed il verde del Parco Goisis. La caratteristiche di queste tre salite è che non conoscono vie di mezzo: ai tratti pianeggianti per districarsi tra le vie di Monterosso seguono  scalate repentine da tappone dolomitico.

Iniziamo con la più corta del trittico: dopo 3km pianeggianti e 4 km di collina si arriva, interamente su asfalto, alla seicentesca chiesa di San Marco

Sulla destra, attraversato il parcheggio in fronte all'edificio religioso parte la Agostini (dedicata al campione motociclistico degli anni '60 '70). Discesa che si distingue per la sequenza unica ed interminabile di gradoni rocciosi che mette a dura prova la tenuta dei polsi: indispensabile avere senso della taiettoria e buon equilibrio.

Si sbuca a Quintino Alto passando per un stretto pertugio tra roccia ed un muro di recinzione. 




Risaliamo con una variante artistico panoramica e con anche meno asfalto per tornare di nuovo davanti alla chiesa. Qualche metro più in su si devia nettamente a destra lungo un sentiero cementato  (San Rocco) che svolta a 90° poco dopo dirigendoci a mezza costa in leggera salita verso la seconda discesa: il Filoncino.

Discesa meno rocciosa, più guidata e veloce e nel complesso altrettando divertente.   





Ultima e più faticosa risalita per un finale con i fuochi d'artificio. Ci aspetta la discesa più lunga, più avventurosa e per chi ama il genere gravity anche la più divertente.

La salita continua dopo la chiesa per un altro significativo tratto, quasi tutto su asfalto. All'ultimo miglio si prende a destra un sentiero che sembra proibitivo all'inizio ma si rivela un mansueto tratto sul crinale della vetta di Colle di Ranica ormai conquistata. 





Una croce bianca con panorama da urlo è lo scenario da cui parte la Vertigo: il nome dovrebbe già allertare i deboli di cuore, aggiungiamo diversi passaggi su gradoni al cardiopalma ed un sottofondo di fogliame che rende le traiettorie ancora più indomite. L'unico passaggio consigliabile da fare a piedi è un grosso macigno posizionato in mezzo al sentiero, leggende narrano di biker che l'hanno affrontato in sella, ma non per questo bisogna rischiare. 

Finale urban tra ciclabili e strade relativamente poco trafficate per tornare alla base.







 

  




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