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Val Stura (CN): lo spettacolare itinerario della Gardetta

Percorso di straordinaria bellezza panoramica al cospetto dei crinali d'alta quota che coronano le Alpi cuneesi. La Val Stura e la sua moltitudine di valloni collaterali permette di ammirare questi spettacoli magnificenti grazie anche ad una imponente rete sentieristico stradale.

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Partiamo da Pietraporzio (piccolo paese dotato di struttura ricettiva tende/camper e ostello) adagiato in una conca artificiale sullo Stura e con una vistosa condotta idraulica per la centrale idroelettrica. 




Si esce dal paese compiendo un movimento antiorario su una carrareccia che sale rapidamente a Moriglione San Lorenzo (2,5 km). Da qui in avanti è un'ascesa lunghissima e costante nelle pendenze per 10km fino al Colle della Guia (2.259 m slm). Il grosso della salita è alle spalle ma prima di arrivare alla discesa c'è ancora molto da macinare. Si volta a sinistra in direzione del Rifugio Gardetta e qui si apre un favoloso palcoscenico di giganti di roccia con i loro profili austeri e squadrati dall'azione erosiva. 





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Il dislivello nei prossimi 6 km che separano dal rifugio permette un certo rilassamento nell'andatura, con tratti di discesa a vario ritmo. Godiamoci il vento in poppa perchè dal km 19 la deviazione sulla sinistra segna la ripresa delle fatiche. In meno di un km si raggiunge la struttura e l'adiacente monumento di colonne spezzate che ricorda un tragico incidente degli anni '20 dovuto all'esplosione accidentale di ordigni bellici.






Il dolce ritmo della salita iniziale è ora solo un ricordo: la scalata è decisamente più impervia, il fondo sconnesso e non mancano tratti esposti a filo di parete; d'altronde siamo a quote di tutto rispetto.

L'ultimo tratto è il più arcigno: una frana impone brevi tratti di bici a spinti ma l'obiettivo è ormai questione di minuti e si chiama Passo di Rocca Brancia a 2.620 m slm.






Sullo sfondo appaiono alcune strutture militari ormai divorate dallo scorrere di un secolo o quasi. La discesa si può dividere in due settori: un tratto tipicamente alpino con fondo sconnesso, andamento lineare e qualche exploit tecnico da non sottovalutare. Più indiavolata la parte finale con tornanti da manuale e un pizzico di gravity che alza un livello tecnico che rimane mediamente molto piacevole.







Finale su asfalto ? Anche no: le rete sentieristica ci permette di affiancare lo Stura e arrivare a  destinazione senza toccare bitume.   

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