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Marzola (TN): alla scoperta del Forte Brusafer

Itinerario affascinante per il contesto storico-naturalistico e relativamente facile dal punto di vista tecnico. Una zona, quella del Monte Marzola, già conosciuta in un itinerario più lungo e completo consigliabile nella stagione temperata. Questo invece si propone come suggestiva variante invernale con un misto di sentieri tendenti al flow.


pub Due salite e due discese: la prima lunga e piuttosto impegnativa che permette di salire dalle prime colline intorno a Trento fino al Rifugio Marzola. La seconda salita si presenta più corta ma con una micidiale combinazione di fattori affaticanti: fondo sterrato e pendenze inclementi. Il "perno" di questo anello è anche il protagonista dell'itinerario: Forte Brusafer. La sua storia affonda al periodo in cui soffiavano i primi venti della Grande Guerra: venne costruito dagli austriaci dopo che questi erano stati costretti a cedere il Veneto nel 1866. L'avvicinarsi dello storico nemico italico ai confini del capoluogo trentino indusse gli Asburgo a fortificare tutto il corollario di monti intorno alla città. Era la famosa "Fortezza Trento": un complesso sistema difensivo nel quale la montagna della Marzola entrò a far parte con un dislocamento di forti e postazioni. Il Brusafer è arrivato ai giorni nostri, non così Forte Cimirlo posizionato sull'omonimo passo e di cui non vedremo che qualche terrapieno in  cui erano insaldate le fondamenta. 






Ma andiamo con ordine: partenza da San Rocco (o anche dal cimitero di Villazzano) e attraversamento delle varie frazioni sulla strada del Passo del Cimirlo (Km 7). Da qui si percorre l'asfaltata che serpeggia a mezza costa con la val d'Adige in sfondo e con il rifugio Maranza (Km 13) all'orizzonte verso sud.  
La struttura è l'unico appoggio per rimettersi in forze lungo il percorso, ma al di là delle necessità sarebbe un peccato non deliziare il palato con qualche squisitezza trentina.
L'ascesa continua, ma non per molto: poco meno di 1km e si giunge in uno spiazzo solcato da alcune trincee. 


Qui possiamo allestire l'assetto della prima discesa che sarà piuttosto lunga e variegata, e interrotta dalla visita al forte. Prime battute su sentiero stretto e intervallato da tornanti su un fondo abbastanza sassoso. Avanti con questo ritmo per 2,5km fino ad incrociare la strada forestale che dirotta in leggera discesa verso l'arcaica struttura militare; ricordatevi di girare a sinistra nell'ultimo tratto per godervi il breve single track.



Dopo aver ammirato le suggestive architetture tramandate dalla storia si imbocca il divertente sentiero dei Bes: trionfo di tornanti flow con vista vertiginosa sull'angolo tra val d'Adige e Valsorda. 


Finale a ridosso di un vigneto per passare sulla Strada Statale della Fricca. E' un inferno di macchine ma in poco più di 1km l'abbiamo già messa alle spalle salendo per la ripida spirale mista di cemento e sterrato che si snoda tra vigne e boschi riportandoci nella zona del Forte. 
Ripercorriamo la forestale di mezzo per affrontare la discesa finale detta "dei tralicci". Si imbocca sulla sinistra scendendo prima dalla mulattiera ed orientando lo sguardo verso queste strutture metalliche  arrugginite dal tempo. 





Il sentiero è un flow con tornanti stretti nella prima parte, segue uno scassato con accenni di rock garden. Segue il breve tratto di cementata che riporta al punto di partenza.


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