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Troppe bici sui sentieri ?

In questi giorni molti lo asseriscono in maniera perentoria, ma per una seria riflessione un punto interrogativo dovrebbe essere diplomaticamente concesso.

Il dubbio non è tanto sull'aspetto quantitativo: ormai è evidente che la "massa critica" di appassionati mtb è cresciuta esponenzialmente. Sarebbe infatti più opportuno chiedersi se ha senso usare quel "troppo" come a voler additare un fenomeno stucchevole che vede sempre più ruote a solcare terreni.



E' vero la lievitazione del numero dei biker potrebbe essere inversamente proporzionale alla qualità dell'approccio sui percorsi.

La preoccupazione sollevata soprattutto dai pedalatori di lungo corso ha un fondamento di legittimità. Sappiamo tutti che la pratica escursionistica non è un passatempo qualsiasi. C'è sempre un elemento di confronto con le grandezze della natura, con i propri limiti e con gli altri avventori. 


Fin qui nulla di nuovo, ma qualcosa negli ultimi anni è cambiato ed il pensiero va subito alla proliferante presenza delle E-Bike. 

Lo si ripete come un mantra ogni volta che giornali riportano di un elicottero che si è alzato in cielo per soccorrere un biker: "Eh ma da quando ci sono le elettriche...". Poi magari si scopre che su quella bici non è mai passato un Watt ma intanto si è trovato il capro espiatorio.



E' vero che la pedalata assistita permette a tutti di macinare chilometri ma dobbiamo anche considerare che l'avvicinamento delle persone alle attività a contatto con la natura è di per sé un bene.

Pertanto la risposta al fenomeno espansionistico delle due ruote non può che essere inclusiva ed "educativa". I fattori da mettere in campo sono l'esperienza dei veterani delle ruote grasse e la conoscenza del territorio

Oggi grazie ai social è molto facile entrare in contatto con le comunità locali di biker ed affrontare con la giusta consapevolezza un itinerario. Per questo motivo i gruppi storici locali sarebbero una realtà che anche le istituzioni dovrebbero imparare a valorizzare come soggetto interagente tra i diversi fruitori di sentieri.

Si parla inoltre spesso di divieti come unica soluzione: in realtà molto spesso proibire la frequentazione di un sentiero è indice di incapacità nella gestione o di una scarsa capacità di vedute. Se vogliamo arricchire di cartelli i nostri sentieri ce ne sono sicuramente di più belli e colorati come quelli che indicano il livello di difficoltà dei trail o il livello di esclusività/condivisione rispetto ad altri escursionisti.

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Insomma non limitiamoci a storcere davanti all'arrivo di nuove ondate di biker, cerchiamo piuttosto un adattamento utile ed edificante per allargare una platea che chiede di beneficiare della vita plein air.

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Commenti

  1. Tutto molto bello... Ma in definitiva, chi paga?
    Chi sistema i sentieri, sempre più devastati da questi trattori da 25kg, 150mm di escursione e freni a disco che nemmeno una moto da enduro? Quante volte incrociamo ciclisti "consumatori" che affrontano tutte le curve a posteriore bloccato, senza nemmeno porsi il problema che qualcuno dovrà andare a chiudere quel solco, pena, con il dilavamento delle acque, avere poi un fossato, non un trail.

    In tutti i settori outdoor (es: lo scialpinismo) con l'aumento dei praticanti, inevitabilmente, si assiste ad un aumento dei "problemi". Se su 100 bikers c'è un cretino, quello si sentirà in imbarazzo a comportarsi da cafone sui trails. Ma se i bikers diventano 1000, i cretini diventano 10. E allora cominciano a fare squadra, a darsi manforte e a farsi meno problemi.

    Due settimane fa, tour dei 5 rifugi, gruppo Fanes-Sennes. Stavamo sputando un polmone sulla salita del rif.Sennes, centellinando ogni stilla di energia, studiando il passaggio sasso per sasso. Son pur sempre 1700D+... Da dietro, quasi coperto dall'immancabile rumore del motorino, "Spostati che devo passare". Spostati sul brecciolino fondo, e muori pure di infarto, avrebbe voluto aggiungere...

    "dobbiamo anche considerare che l'avvicinamento delle persone alle attività a contatto con la natura è di per sé un bene"
    Io non sono così ottimista.

    RispondiElimina
  2. Non sei ottimista sei sono un po' troppo drammatico: vedi trattori al posto delle bici, vedi solchi e devastazione dappertutto, hai paura di essere superato dalle ebike. Insomma rilassati!

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    Risposte
    1. Non ho "paura".
      Solo che se sono su un +20% che sto morendo, tu che hai il motore e hai più margine di manovra, potresti anche rispettarmi e non "sportellarmi" sul tratto sdrucciodevole della salita. E' una questione di rispetto che appare palese a chiunque abbia pedalato senza l'aiutino almeno una volta in terreno alpino.

      E si, le Haibike in ghisa e uranio impoverito, con la batteria da 900Wh e dal modico peso di 25-26kg, sono trattori.

      Elimina
    2. Ma soprattutto se questa è la tua esperienza con un ebiker, perché bisogna da un singolo episodio allargare l'odio a tutte le ebike?! Io sono un biker di vecchia data passato alla ebike e da quando l'ho fatto ho addirittura aumentato il mio divertimento. E soprattutto sta a noi che amiamo le ruote grasse da un po' aggregare persone anche intorno al Trail Building e alla cura dei sentieri. Come dice l'articolo, si tratta di educazione alla vita in bici, se partiamo fastidio e odio senza motivo, i sentieri saranno sempre più scavati e le persone si insulteranno sempre più. Se ti passa di fianco un biker o un hiker poco gentile, salutalo e prova a fargli un sorriso, magari funziona

      Elimina

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