Pedali Flat o sganci rapidi? Una scelta tra tecnologia e filosofia
I pedali, ovvero lo strumento che più di ogni altro connette il corpo al mezzo meccanico, sono al centro di un' annosa sfida tra due ben distinte filosofie: quella del flat (dall'inglese "piatto") da una parte e dello "sgancio rapido" (detti anche SPD Shimano Pedaling Dynamic in quanto i primi e più diffusi sono quelli usciti dalla casa giapponese) dall' altra.
Quale soluzione si presenta come la migliore ? Non esiste una risposta in termini assoluti. La risposta interessa vari livelli: dal tipo di attività praticata, a fattori puramente psicologici e soggettivi.
Indubbiamente l'innovazione introdotta da Shimano ad inizio degli anni '90 con gli SPD ha rivoluzionato il mondo delle discipline pedalate (bici da corsa e Cross Country) ma indubbia è anche la contaminazione in discipline più off road: non fino alla DH ma nell' All Mountain il dibatitto è apertissimo.
Analizziamo più in dettaglio cosa comporta per un escursionista appassionato di ruote grasse optare per l'una o l'altra scelta, ribadendo che non si tratta di stabilire un "meglio assoluto" ma la ricerca di una congenialità con la propria filosofia del pedalare.
Quando il possessore di flat esclama: "Se avessi gli SPD!!!" Un dato ineluttabile che mette tutti d'accordo è che con gli SPD si pedala meglio. D'altra parte la fisica non è un'opinione: il pedale agganciato permette di spingere non solo verso il basso ma anche verso l'alto; una dinamica che permette una pedalata circolare che elimina i punti morti durante la rotazione. Tutto questo con il pedale flat non ce lo possiamo permettere, e nelle salite impegnative la differenza può farsi sentire. Tuttavia è anche vero che affinando la tecnica e con dei buoni flat questo divario si può sensibilmente assottigliare.
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Quando il possessore di sganci rapidi esclama: "Vorrei i flat!!!" Un punto a favore dei flat è sicuramente nelle discese tecniche, sconnesse ed interrotte. Il piede libero permette maggiore fluidità di guida, maggiore possibilità di correzione e angolazione, mentre chi è agganciato sconta la rigidità del vincolo meccanico. Altro vantaggio, forse ancor più evidente, è nelle ripartenze da fermo a cui spesso si è costretti lungo i sentieri e nei tratti di portage o bici a spinti che possono capitare anche per imprevisto.
E ancora, in caso di caduta, è di gran lunga preferibile non condividere il destino della bici.
Anche sul piano della manutenzione il pedale Flat si dimostra più semplice e pratico: è sufficiente svitare il filetto interno ed ingrassare le sfere; un'operazione che fatta una volta all'anno è più che sufficiente. Gli sganci sono invece più esigenti soprattutto in termini di pulizia: il fango e la ruggine sono nemici mortali da fronteggiare costantemente, pena la compromissione del funzionamento.
Un altro aspetto da considerare riguarda le scarpe, e anche qui la filosofia flat si dimostra più elastica ed adattiva. Con i ganci l'imposizione è rigida: si possono solo impiegare le scarpe concepite per quel tipo di clip, e questo naturalmente limita di molto la gamma di scelta.
Con i flat invece è abbastanza semplice e la varietà molto ampia: la compatibilità è una questione soprattutto di suola. I pin ovvero quelle viti metalliche esposte che consentono di rimanere aggrappati alla bici devono affondare su una gomma adatta. In altre parole più i pin vengono inglobati nella suola e più solido sarà il vincolo tra pedale e scarpa.
Quindi una suola non troppo morbida da rovinarla e non troppo dura e tassellata da scivolare. Per l'inverno gli scarponcini da trekking potrebbero non essere l'ideale se la tassellatura è troppo spaziosa, o se la gomma è particolarmente rigida, ma molti modelli si adattano comunque bene. Sul mercato esistono scarpe specifiche: le migliori sono indubbiamente le Northwave e le Five Ten. Anche le scarpe da Skateboard vanno bene in genere.
Restano senza dubbio un' opzione interessante per chi vuole passare senza traumi dai flat agli sganci rapidi.
Concludendo: prima di lanciarvi nella scelta fate un esame introspettivo. Non sottovalutate il condizionamento psicologico di rimanere attaccati alla bici: si tratta, è vero, di un fattore soggettivo ma non per questo meno importante. Chiedetevi se siete più orientati verso una soluzione orientata alla semplicità e libertà di movimento o verso un pedalare più tecnologico e performante.
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