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MTB nel Parco Spina Verde (CO)

Provate a mettere insieme un parco arricchito da elementi di storia e ricchezze del patrimonio boschivo autoctono. Aggiungeteci una miriade di sentieri ben tenuti e differenziati in base all' utilizzo, panorami da urlo e come unica regola il rispetto del buon senso. Verrebbe da pensare che in un'epoca scontrosa come la nostra tutto questo sia destinato a rimanere utopia... invece, una volta tanto, tutto questo corrisponde a realtà. 








Questo fortunato idillio (che poi non è altro che l'applicazione del buon senso) avviene in uno splendido angolo di montagna incastonata tra la provincia di Como e la Svizzera: è il Parco Regionale Spina Verde.




L'itinerario qui proposto si svolge toccando tutti gli aspetti più interessanti offerti dal Parco. Può apparire come un percorso breve, ma sia le salite che le discese richiedono buon allenamento; in ogni caso una volta nell'area le opportunità di allungare il giro non mancheranno.




Parcheggiata l'auto a ridosso del cimitero di Monte Olimpino si sale prendendo la traversa Via Cardano per risalire all' ombra dell' autostrada. Dopo poco meno di 2 km un segnavia bianco rosso indica l'ingresso nel parco. Si abbandona quindi l'asfalto per salire sul fondo naturale. Al km 4 appaiono le prime testimonianze storiche: sono i resti  della cosiddetta Linea Cadorna







Si tratta di un complesso difensivo militare costruito nel pieno corso della Grande Guerra e che scorre parallelamente al confine elvetico. Sull' utilità di questa lunghissima linea difensiva che scorre dalla Lombardia alla Val d'Aosta si potrebbe discutere a lungo, in ogni caso l' Italia di quei tempi temeva che gli austroungarici avrebbero potuto varcare il confine alpino con la complicità dei "cugini" svizzeri. 
Quello che si può osservare sono per lo più postazioni in trincea od in caverna per l'osservazione e la difesa armata.





Al km 5 si raggiunge l'acme del percorso, rappresentato dai 614mt del Sasso di Cavallasca (da percorrere 2 volte). Arrivati al punto panoramico e scattate le foto di rito ci si veste per affrontare la Monte DH che scende verso sinistra. NB: sulla destra ci sarebbero altre due piste la A LINE e B LINE non contemplate da questo percorso. 

Non è una DH estrema anche se di una certa intensità in certi passaggi. Risulta molto guidabile e prevalentemente flow. Molto godibili le tortuose traiettorie che spesso fanno spigolo con curve in appoggio quasi sempre naturali e senza inutili sofisticazioni. Per i più scatenati non mancano i drop artificiali.



Si  esce nei pressi di un campetto di calcio abbandonato, poco distante dal punto di partenza e si risale per la stessa identica salita. 
Ci ferma un centinaio di metri prima rispetto al precedente imbocco e si scende per la DH Ponte Chiasso
Questo trail si rivela subito molto stretto nella prima parte che si addentra nel bosco. Nella seconda metà si passa a fianco del Confine di Stato seguendo un vertiginoso trail dalle linee molto contorte. 
Tra le curiosità: il passaggio su un ponte tibetano.









Anche questa è una discesa piacevole ma ha il difetto di essere fatta di continui stop e rilanci che danno come l'impressione di non entrare mai nel vivo della discesa. 
Si risale seguendo via Bellinzona da Ponte Chiasso fino al parcheggio.



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