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Alla conquista di Forte Vezzena, l'occhio degli altipiani

Arroccato su uno sperone di roccia che domina a strapiombo la Valsugana (con i laghi di Levico e Caldonazzo che appaiono come due lacrime azzurre) e sovrastando sul versante opposto l'altopiano di Folgaria e Lavarone, il Forte Vezzena o Spitz Verle è l'obiettivo centrale di questo itinerario.   
La sua posizione strategica gli valse il soprannome di "occhio degli altipiani": era la fortificazione più elevata dello schieramento asburgico (1908mt), superato solo dai 2.000 e passa metri dell' omologo italiano Forte Verena. 
Aveva un' importante funzione di osservatorio e di centro di coordinamento con gli altri apprestamenti, fu pesantemente bombardato ed attaccato ma riuscì a vanificare i tentativi di incursione della fanteria italiana.
Oggi appare come uno scalcinato gigante di ferro e cemento, anche se nel suo ventre sono in corso lavori di ristrutturazione.



La facciata del Forte Vezzena



Valsugana con sullo sfondo i Laghi 


Da Bertoldi a Cima Vezzena (o Pizzo di Levico)





Da Bertoldi, una delle 19 frazioni che compongono Lavarone, si inizia a salire seguendo in parte il percorso della 100km dei Forti





Dopo 2,5 km un breve tratto di in discesa immerso nel bosco porta ad attraversare la SS 349. Al km 4,30 si riprende a salire seguendo la segnaletica CAI per Cima Vezzena. La vegetazione inizia a farsi più rada ed ampi spazi prativi si sostituiscono gradualmente alle fitte conifere. La vetta da raggiungere appare con tutta la sua triangolare massa rocciosa: acuminata e prorompente come in uno slancio verso il cielo.   


Strada della 100 km dei Forti


Cima Vezzena sullo sfondo




Il km 10 segna l'inizio della fase acuta dell' ascesa, fin qui caratterizzata da un'andatura graduale e senza strappi. Ad annunciare la variazione è il cartello che racconta la storia di questa strada militare. Non ci sono dubbi sul fatto che questa opera sia stata costruita rispettando il rigido regolamento militare che impone un massimo di 10% di pendenza, ma il fondo sgangherato aumenta a dismisura la percezione della fatica in questi ultimi 3,5km che separano dall' obiettivo.
Il panorama è di quelli che lasciano sopraffatti: da qualunque lato si guardi lo spettacolo della natura appare grandioso. Lo è nelle pareti a precipizio che adombrano la Valsugana ed i suoi laghi, lo è nello spettacolare complesso di creste e vette dell' Altopiano dei Sette Comuni e delle montagne del Trentino meridionale i cui nomi riecheggiano nei libri di storia come il Pasubio, lo Zugna e più a Est il Monte Verena e l'Ortigara.






La discesa, una risalita nei dintorni di Luserna e per finire il Bike Park

La prima parte della discesa si rivela decisamente infuocata con funambolici passaggi su roccia e curve strette da eseguire con destrezza. Dopo meno di 1 km il sentiero sbuca in un pratone con mucche al pascolo: il livello tecnico scende sensibilmente.
La traccia si dirige ora su Forte Busa Verle, raggiungibile attraverso alcuni tagli in single track. Dopo aver dato un'occhiata alla struttura si scende su asfalto fino ad incrociare di nuovo la Strada Statale (km 18). Volendo si può approfittare delle varie strutture ricettive per ricaricare le energie in vista del prossimo tratto in salita.


Cima Vezzena vista da Forte Busa Verle

Forte Busa Verle


Si riparte seguendo la Strada Provinciale per Luserna che scorre in falsopiano per 2 km. Quando sulla destra appaiono le croci di un cimitero di guerra austroungarico è il momento di indossare nuovamente le protezioni per una inebriante discesa nei single track dei boschi seguendo il cartello di legno Casermette (resti di piccole caserme austroungariche).


Resti delle Casermette




Si sbuca al km 24,5 in prossimità di un complesso turistico e da qui si risale prima su asfalto e poi di nuovo sullo sterrato della 100 km dei Forti fino al km 27 dove ci si addentra nel Bike Park di Lavarone e da lì scegliere il colore della pista con cui rientrare a Bertoldi.



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