Sull' inutilità dei divieti alle bici
E' l'argomento che meno di tutti si vorrebbe trattare. Pare infatti concettualmente avulso da ogni idea di buona pratica della montagna che si possa vietare il piacere di percorrere un sentiero con un mezzo a due ruote del tutto armonico con la natura. Gli argomenti accampati dai sostenitori di questi divieti sono talvolta talmente grotteschi e presuntuosi che si potrebbe scrivere un trattato sull' inutilità dei divieti.
Se esistesse un minimo di buon senso basterebbe un'alzata di spalle per scrollarsi di dosso queste polemiche... eppure, incredibilmente, questa insensata volontà di prevaricare trova adepti e sostenitori che hanno persino un peso politico che non può essere ignorato.
L'energia con cui ogni anno rinnovano le loro crociate contro le ruote grasse è impressionante, quasi invidiabile per tenacia e mancanza di scrupoli: se la metà di questi sforzi fosse impiegata per obiettivi migliori avremmo già costruito il paradiso in terra.
Fonte: Unione Bikers Trentini |
Pertanto immancabilmente anche in questo 2017 dovremo assorbirci questo rattristante teatrino. Da parte nostra non possiamo che invocare tempi migliori ma per fare questo non basta essere critici verso chi vorrebbe imporre divieti, bensì cercare soluzioni improntate sulla convivialità, la coscienziosità e gli obiettivi comuni.
Partiamo con lo sgomberare il campo dalle assurdità ma traiamo spunto per possibili soluzioni a problemi che effettivamente si pongono estrinsecamente alla questione divieti.
L'idea che le MTB causino dissesto idrogeologico è una leggenda popolare dai risvolti deliranti e persino contraddittori: il passaggio delle bici mantiene puliti e fruibili i sentieri. L'unica eccezione ragionevole potrebbero essere aree particolarmente delicate come i biotopi (parliamo quindi di aree molto ristrette ed assolutamente da rispettare).
Un'altra motivazione riguarderebbe la tutela della riproduzione avifaunistica: non è dato sapere come la presenza dei due ruote possa interferire con la fregola dei volatili. Eppure che ci crediate o no per questa ragione alcuni tra i più bei sentieri dell' Alto Garda sono stati interdetti alle sole bici (pare quindi che i pedoni siano più apprezzati dagli alati).
Fonte Unione Bikers Trentini |
Per instaurare convivialità bisogna partire dal presupposto che sui sentieri siamo tutti escursionisti, il fatto di avere delle bici che ci fanno andare più veloci comporta oneri di sicurezza in più e non il diritto a passare per primi.
Lo ammettiamo, talvolta alcuni nostri "colleghi" biker (per fortuna un'infima minoranza) fanno vergognare il resto della categoria sfrecciando come schegge impazzite incuranti degli altri avventori. Ma chi conosce il mondo delle ruote grasse sa benissimo che il biker si dà gli stessi obiettivi di un qualsiasi escursionista, e magari contribuisce non poco alla manutenzione dei sentieri o alla promozione del territorio. Vale la pena farsi la guerra quando le cose buone che si potrebbero realizzare insieme superano di gran lunga ciò che può produrre un attrito ?
Si può fare qualcosa di utile senza mettere divieti? Sicuramente sì: per esempio con cartelli dai contenuti informativi ed educativi dove si avvisa in merito a determinate criticità quali ad esempio i tratti esposti o l'alta frequentazione, oppure avvisare se il sentiero è per soli esperti.
Fonte: Unione Bikers Trentini |
A me non mi danno fastidio i bikers , eccezione fatta quando passano su sentieri stretti con da una parte la roccia e l'altra il bosco che va giù in pantaloni, cioè dove l'escursionista non può spostarsi e quelli a malapena rallentano.
RispondiEliminaHai ragione..personalmente rallento o mi fermo metri prima di qualsiasi persona o altra bici che vedo, ma alcuni fanno così, perchè se sei un cazzone di natura non è che in sella ad una MTB migliori....ad onor del vero devo dire che sono una ristretta minoranza i maleducati, nell'altro mondo enduro che frequento, quello motociclistico, invece sono nettamente più numerosi purtroppo.
EliminaNon pantaloni * ma bensì canaloni ! 😂😂😂 !
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