Riflessione sulle e-bike
Nel 2017 iniziavamo questa riflessione così:
"Difficile non accorgersi di quanto sia aumentata la presenza di MTB elettriche anche nell'off road: se non altro per la disinvoltura con cui ti superano in salita alcuni biker che non hanno il piglio degli scalatori. La presenza così massiccia di questo nuovo modo di andare in bici impone sicuramente delle riflessioni sulla filosofia stessa della Mountain Bike."
Da allora sono passati almeno otto anni ed era difficile prevedere che i cosiddetti "muscolari" sarebbero ufficialmente entrati tra le specie protette a rischio estinzione.
Ma il dato più sorprendente non è questo. Come gestore del blog e dell'omonima pagina Facebook la cosa che mi fa più riflettere è la virulenza delle polemiche tra chi ha compiuto una salita con le proprie gambe e chi si è avvalso dell'ausilio elettronico. Resta di uno sfumato romanticismo il perchè di una simile aspra dialettica in un contesto che dovrebbe essere di puro divertimento. Se questo può rilassare nella lettura, premetto che chi scrive ha sempre utilizzato la bici "a spinta" salvo rarissime ed impreviste eccezioni.
Purtroppo tra la reazioni più diffuse si registra quella di etichettare l'ebiker come un appassionato di seconda categoria: "non è questo lo spirito di andare in bici" sostengono alcuni, "mi hanno superato con quei sorrisi da ebeti senza fare fatica" come ad invocare una squalifica almeno morale per quel proditorio sorpasso.
A ben guardare sarebbe però riduttivo considerare questi mezzi alla stregua di un espediente contro la fatica, e varrebbe la pena approfondire alcuni aspetti.
Vorrei riservare la prima riflessione sull' aspetto "sociale": ci sono appassionati di ruote grasse che per un motivo o per un altro non hanno più le capacità per affrontare lunghe e faticose salite. Grazie alla E-bike queste persone possono allungare l'attività in deroga a quelli che sarebbero stati imprescindibili limiti anagrafici.
Vorrei riservare la prima riflessione sull' aspetto "sociale": ci sono appassionati di ruote grasse che per un motivo o per un altro non hanno più le capacità per affrontare lunghe e faticose salite. Grazie alla E-bike queste persone possono allungare l'attività in deroga a quelli che sarebbero stati imprescindibili limiti anagrafici.
In secondo luogo si può riflettere sul fatto che le bici elettriche possono essere una valida alternativa a furgoni e bike shuttle (ormai spariti in certe realtà) con tutto il loro carico di inquinamento e far apprezzare il lato bello delle salite (come i paesaggi ed i panorami) anche ai discesisti puri.
Sull'impatto ambientale di questi mezzi si è discusso e si discuterà per le generazioni a venire: quelle che dovranno sobbarcarsi in pieno la transizione dal fossile. E' un tema complesso, anzi epocale: ed è proprio per questo che non andrebbe sdegnato come se si trattasse di un vezzo per sudare meno.
Ogni fenomeno nuovo (specie se raggiunge proporzoni di massa) porta con sè delle criticità da affrontare, ed il nostro argomento ce ne fornisce di stimolanti.
Partirei dal rischio di un "effetto salmone": ovvero ebike che risalgono i sentieri delle discese e su questo una regolamentazione sarebbe senza dubbio utile, specialmente nelle zone molto frequentate. Non vorremmo dover iniziare a parlare di frontali tra ciclisti: finchè lo scontro è solo dialettico passi, ma le ossa vogliamo tutti riportarle a casa interi. In ogni caso bisogna comprendere che un certo fastidio agli escursionisti a piedi lo si arreca: quindi una volta tanto qualche divieto in salita ci potrebbe stare (e se lo diciamo noi...).
Le "Elettriche" sono divisive? Per esperienza e conoscenza bisogna riconoscere che si sono ritagliate in un mondo avulso rispetto a chi va in bici in modo tradizionale anche per problematiche spiccatamente tecnico-fisiche. Frasi come "non ho abbastanza autonomia..." o "...ma dove faccio ricarica?" "ma c'è del portage?" sono tutte espressioni che rimarcano un confine tra due modi di andare in bici dove la sintonia non sempre si trova.
Altro nodo è l'inarrestabile proliferazione del fenomeno: troppe bici sui sentieri e possibili effetti di restrizioni sull'uso dei sentieri o peggio ancora brutale livellamento degli stessi per favorire il transito degli e-biker più adagiati. Sarebbe sbagliato ignorare questa problematica, ma è altrettanto errato cercare di risolverla in modo drasticamente punitivo per chiunque abbia due ruote. Sia però chiara una cosa: l'ostilità verso le ruote grasse sui sentieri ha origini antiche, e spesso riguarda più un fatto di mentalità che di sicurezza. Tuttavia su questa considerazione si innesta un altro aspetto non meno preoccupante: ovvero il fatto che questi mezzi non possono rifiutare di farsi cavalcare da chi non è degno. Certo non possiamo impedire a questi improbabili rider il piacere di andare in bici, ma qualcuno li avvisi che i percorsi MTB non sono tutti uguali. Abbiamo sempre sostenuto che le soluzioni per fare della MTB un'attività escursionistica a tutti gli effetti gli ingredienti siano due: da un lato selezionare i sentieri adatti e suddividerli per difficoltà, dall'altro adottare il principio di sentiero condiviso, ovvero rispettosa convivenza tra ruote e scarponi.
La montagna non premia chi è salito o chi scende in un modo o nell'altro: queste sono soddisfazioni che ognuno dovrebbe tenersi per sè, senza sbattere in faccia la propria prestazione a nessuno. Tuttavia non bisogna farsi ingannare dall'idea che la montagna sia un luogo da conquistare con mezzi sempre più veloci e performanti: questa sì che sarebbe una deriva, ed in certi luoghi l'abbiamo vista concretizzarsi sotto forma di abominevoli scempi del territorio che hanno trasformato secolari sentieri in superstrade.
riflessione davvero calzante.... ne incontro tantissime, e non mi danno fastidio, anche se a volte un pò di nervoso... voglio però portare l'attenzione su un reale pericolo (verificato personalmente). Nei luoghi turistici ci sono parecchi noleggiatori, e spesso danno in mano le e bike a gente che non ha idea di come si va in bici. Quindi vedi signore in scarpette ginniche e abbigliamento improbabile salire tranquilli per sentieri anche ripidi... Poi c'è la discesa...anche se semplice ma ripida si vedono scene da brivido. Ora i più prudenti che hanno paura scendono e passano a mano....altri rischiano davvero l'osso del collo. Ancora una semplice osservazione...vanno ben pensati i giri...se nel tracciato c'è da fare del portage magari lungo...la e bike che pesa oltre 20kg diventa un problema non da poco. Può capitare anche che a causa del lavoro gravoso il motore si possa rompere per surriscaldamento oppure finisca la batteria... allora sono davvero guai (ci è capitato un paio di anni fa durante una escursione CAI). Quindi sarebbe opportuno consigliare ed istruire in modo adeguato i fruitori di e bike che non hanno mai pedalato in modo serio prima...
RispondiEliminaBuone pedalate
...concordo con entrambi, tra stare sul divano e andare in ebike sicuramente meglio la seconda. Quello che mi lascia perplesso sono le ebike per bambini, come incentivare ancora di più la sedentarietà infantile.
RispondiEliminaè la prima volta che leggo una riflessione seria sull'argomento, bravo.
RispondiEliminaDi solito si leggono critiche, nella maggior parte scritte ovviamente senza riflessione