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Come affrontare la caduta in MTB ?

Per quanto scaltrezza un biker possieda nell'affrontare le avversità, nulla può contro la legge dei grandi numeri: ovvero la probabilità che, prima o poi, si finisca a terra guidando un mezzo a due ruote.




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L'abilità nel cadere è a buon diritto una delle tante destrezze che il biker deve registrare nel curriculum. Per quanto traumatica la caduta non è altro che una discesa interrotta bruscamente e con altri mezzi.
L'argomento è variegato e complesso: lungi dal pretendere di esaurirlo in poche righe vorremmo fornirvi alcune linee guida utili per prevenire le conseguenze più deleterie.  




La prima riflessione riguarda le cause della caduta: la stragrande maggioranza di esse è infatti dovuta alla perdita di aderenza della ruota anteriore. Su questo potremmo ramificare ulteriormente l'analisi: la ruota può sfuggire al controllo per vari motivi, ma la dinamica della caduta comporta o una scivolata o la rotazione completa del manubrio. 
In altre parole ci troviamo d'improvviso con lo sguardo sul terreno ed abbiamo una frazione di secondo per decidere la nostra sorte davanti a questo imprevisto.
Potrebbe sembrare bizzarro che vi suggeriamo di fare così tante cose in uno spazio temporale minimo: in realtà molto dipende dall' impostazione psicologica, vediamo perché.


Non restare attaccati alla bici

Aggrapparsi alla bici come molluschi attaccati allo scoglio: è la prima cosa da evitare! E' vero che amiamo la nostra bici fino al punto di sentirla un prolungamento del nostro corpo, ma se vi restiamo attaccati anche durante una caduta potrebbe diventare, in quel frangente, la nostra peggior nemica.
Il principale legame biomeccanico è all'altezza di pedali, manubrio e sella. Da quest'ultima ci si stacca per forza, mentre dai pedali la situazione si complica e non di poco se siamo agganciati con le clip. 
Quello con il manubrio è un legame più psicologico: si tende a rimanervi aggrappati come fosse l'ultima ancora di salvezza, oppure si tenta un disperato tentativo di aggiustare una traiettoria ormai compromessa (succede anche ai biker provetti). Purtroppo tutto questo si traduce speso in denti rotti, mandibole dondolanti o alla meno peggio in un mese di collarino.
Quindi il consiglio è: svincolarsi senza esitazione dal mezzo meccanico e predisporre gli arti alla caduta.


Rotolamento

Torniamo a quel frammento di secondo che ci separa dall' impatto con la terra: ora possiamo solo ridurre o alla meglio trasformare tutto in una botta di adrenalina. 
Fissiamo questo istante: siamo carichi di energia potenziale che si trasformerà, tempo un nanosecondo, in energia cinetica. Ovvero il corpo proseguirà la sua corsa fino ad esaurire l'inerzia. A fare la differenza sarà la nostra elasticità di caduta: cadere in modo rigido con le braccia dritte e tese o esponendo solo mani senza distendere l'avambraccio può provocare seri danni alle articolazioni. 
Cadere non significa semplicemente impattare, ma cercare di dare alla caduta una dinamica il più possibile circolare. Avrete notato che molti professionisti quando cadono assumono una posizione "fetale" e cercano di sfruttare il fianco per rotolare il più possibile: così facendo l'energia si scarica senza impattare su punti vitali come il collo e la testa. Inoltre l'impatto risulta distribuito su una superficie più estesa del corpo: riducendo così il rischio di fratture. 




Controllare con lo sguardo

Un istante prima avevamo lo sguardo sulla traiettoria e adesso abbiamo una vista parallela al terreno: non c'è dubbio, qualcosa è cambiato, ma non per questo dobbiamo smettere di concentrarci sul punto dove andremo a finire. Chiudere gli occhi è la cosa più sbagliata! Lo sguardo ci serve per capire come uscire d'impaccio nel migliore dei modi, ma ancor di più ci serve per evitare conseguenze gravi come l'impatto con oggetti appuntiti siano essi di roccia o di legno, ma anche per un salvataggio in extremis  che potrebbe derivare dalla presa di un tronco d'albero o qualsiasi appiglio ci impedisca di cadere.


Prevenzione

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Last but not least  fate vostra la cultura della sicurezza che abbiamo affrontato in dettaglio nell'articolo <La sicurezza in MTB>. Le protezioni sono uno scudo ma anche un punto di forza per affrontare quelle dinamiche di cui abbiamo parlato sopra: frenare sul terreno con avambracci e ginocchia verrà molto più facile e spontaneo se queste sono ben foderate.





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