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Lettera aperta al Parco della Lessinia: basta multe alle MTB!

 


Buongiorno, vi scrivo come autore del Blog MTB "Enduro Senza Fretta". Vorrei chiedere la Vostra attenzione su alcuni spiacevoli episodi avvenuti nel territorio della Lessinia. Dopo aver pubblicato sul mio blog un itinerario nella zona veronese del Carega mi sono arrivate segnalazioni da parte dei follower di verbali redatti dai carabinieri forestali, anche piuttosto esosi (100€ a testa), verso biker che transitavano sui sentieri in totale inconsapevolezza di essere in zona interdetta alle bici. In tutto il parco vige infatti il divieto di transitare in mtb tranne sugli itinerari esplicitamente riservati. Trovo che tutto questo sia insensato ed ingiusto. Sarebbe ora di far sentier la nostra voce sia sull'assurdità dei divieti in sè che sul modus operandi del parco e della forestale. 

Nel frattempo dal parco hanno è arrivata una prima risposta e li ringraziamo:



Agli Spett. responsabili del Parco della Lessinia,

Buongiorno, mi chiamo Raffaele Ganzerli e sono il fondatore del Blog Enduro Senza Fretta dedicato al mondo della MTB.
Il mio blog ha come missione quella di diffondere l'uso consapevole della Mountain Bike e di promuovere la conoscenza ed i valori del territorio.
Di recente abbiamo svolto un itinerario a ridosso del monte Carega, in una zona che abbiamo scoperto, in seguito, essere compresa nell'area di tutela del vostro Parco.
Diversi utenti che seguono il blog ci hanno segnalato di episodi, che definamo senza offesa spiacevoli, in cui sono stati fermati dal personale dei Carabinieri Forestali e pesantemente multati (100 euro) per il semplice fatto di essersi trovati sui dei sentieri. Tutto questo nella totale inconsapevolezza di aver violato regole.
Vorrei premettere che questa non è una lettera finalizzata alla polemica ma un tentativo di interlocuzione che probabilmente è mancato o non è mai stato intentato con chi usufruisce del parco con un mezzo ecosostenibile come la bici.

Mettetevi dal nostro punto di vista e permettetemi di farVi notare che è assolutamente assente qualsiasi forma di segnaletica indicante il divieto di percorribilità. In alcuni casi è presente anche se in modo non conforme alla segnaletica stradale ma tant'è: chi è stato fermato si trovava in zone dove non vi era alcuna indicazione. I funzionari dell'Arma hanno semplicemete fatto presente che dovevano informarsi prima. In tutta sincerità non ci sembra il modo migliore di interloquire o comunicare le regole del Parco.

Gli agenti hanno poi proceduto ad identificare i biker senza nulla aggiungere e con la chiara intenzione di fare una sorpresa qualche giorno dopo comunicando la notifica di un verbale da ben 100€ !
In tutta sincerità: vi sembra corretto questo modo di porvi davanti a chi senza alcuna volontà di danneggiare il territorio si è trovato in infrazione per totale mancanza di informazioni adeguate a cui VOI ente parco dovreste provvedere?
Ma il punto non è solo questo. Al di là della gestione dei singoli episodi ho come l'impressione che non vi sia da parte delle istituzioni (parchi inclusi) alcuna volontà di instaurare una dialettica costruttiva con chi in un modo o nell'altro potrebbe rappresentare il punto di vista di chi va in bici. E' anche vero che a questo punto di vista è difficile affidare un interlocutore vero e proprio: il mondo della mtb è fatto di "spiriti liberi" e non ha veri e propri referenti, tuttavia anche quando si cerca un confronto tra persone civili non si trova altro che barricate.
"Le bici rovinano i sentieri" oppure "Chi va in mtb non ha rispetto per chi va a piedi" o con logica ancora più stringente "La mtb va bene solo su mulattiere e ciclabili, la montagna è fatta per chi va a piedi".
Quando i nostri tentativi di dialogo si infrangono contro questi irremovibili preconcetti non ci resta che sperare in un futuro migliore, dove finalmente si prenderà atto che anche chi va in bici sui sentieri è un escursionista a tutti gli effetti e che con i tutti i crismi del buon senso e della gentilezza c'è posto per tutti.
Se vi scrivo è perchè credo che questo futuro migliore si possa ancora costruire e non parlo in astratto. In qualità di blogger ho conosciuto diverse realtà in giro per la nostra penisola: alcune all'avanguardia, altre retrograde. La condivisione dei sentieri, il rispetto e l'aiuto reciproco tra pedoni e biker sono il futuro, i divieti sono una risposta melensa ad una realtà che sta cambiando.
Augurandomi di non aver inutilmente sottratto tempo alla vostra attività confido in una cortese risposta e disponibilità ad affrontare la questione.>>
Personalmente sono stanco di vedere vessata la categoria di chi va in mtb tra accuse di rovinare i sentieri peggio dei cinghiali e provvedimenti sanzionatori come questo. Purtroppo non abbiamo altra difesa che quella di farci sentire e sperare che col tempo la mentalità cambi.
Confido nel vostro sentimento di appassionati e mi auguro che in qualche modo riusciamo a far valere con più forza le nostre ragioni.
Un saluto
Raffaele Ganzerli

In calce copia del verbale che un utente ha condiviso con noi in attesa dell'esito del ricorso.
Ecco il regolamento che uno dovrebbe studiare prima di accedere al Parco, ditemi se non è assurdo !!!
ARTICOLO 3 (TRANSITO VEICOLARE)
1. E’ vietato il transito di veicoli a motore nei seguenti tratti di strade:
a) S. Giorgio - Bocca Gaibana - Pozza Morta - Bivio per Podestaria;
b) S. Giorgio - Malga Malera - innesto nella strada provinciale n. 6;
c) Bivio Castelberto - Castelberto;
d) Col Pealda Bassa - Fittanze.
2. E’ vietato altresì il transito di veicoli a motore sulle strade di accesso alle malghe e sulle piste forestali.
3 E’ in ogni caso consentito il transito ai mezzi impiegati nei lavori agricoli e forestali, di vigilanza e
antincendio, di assistenza sanitaria e veterinaria, ai mezzi di servizio del Parco, ai mezzi dei proprietari dei
fondi e dei loro ospiti temporanei, dei titolari di altri diritti reali, degli affittuari e dei locatari di immobili
situati nel territorio servito dalla strada, e di chi debba transitare per comprovati scopi professionali,
familiari o perché ospite di un avente diritto.
4. I divieti di circolazione previsti al primo comma non si applicano ai veicoli adibiti al trasporto delle persone
con limitata capacita di deambulazione, purché muniti del contrassegno approvato con Decreto
ministeriale 8 giugno 1979
ARTICOLO 4 (SENTIERISTICA)
1. E’ vietata l’apertura di nuovi sentieri, fatta eccezione per quelli indicati nel Piano ambientale e nei
successivi strumenti attuativi.
2. I sentieri esistenti, ove necessario, potranno essere riattati mediante l’uso di materiali locali e tecniche che
non alterino il loro aspetto naturale.
3. Tutti i sentieri saranno segnalati mediante la posa di manufatti in legno conformi alle prescrizioni del
presente piano, mentre, per quanto riguarda la segnaletica sul terreno dei sentieri classificati alpini ai
sensi della legge regionale 18 dicembre 1986, n. 52, si applicano le disposizioni della deliberazione della
Giunta Regionale 18 gennaio 1991, n. 122.
ARTICOLO 5 (TRANSITO FUORI STRADA)
1. E’ vietato il transito di mezzi meccanici fuori dalle strade, sui sentieri, sulle mulattiere, sulle piste da sci, sui
tracciati degli impianti di risalita. Sono esclusi da tale divieto i mezzi necessari per i lavori agricoli e
boschivi, i mezzi della protezione civile, del Soccorso Piste, del Soccorso Alpino, dell’assistenza sanitaria
e veterinaria e della manutenzione delle piste da sci esistenti.
ARTICOLO 6 (TRANSITO MEZZI NON A MOTORE)
1. E’ consentito il transito di mezzi meccanici non a motore e di equini sulle strade indicate nell’articolo 3 e
negli ulteriori percorsi eventualmente individuati e segnalati in loco.


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