La "Tornantissima" di Cima Varadega (SO)
Dietro una grande discesa c'è una grande salita, o almeno in questo caso possiamo senza dubbio affermarlo visto che stiamo parlando della mitica scalata del Passo del Mortirolo, una delle più rappresentative del Giro d'Italia.
La "Tornantissima" è una discesa che concentra le grandi emozioni di un itinerario mtb d' alta quota. Un sentiero per esperti che fa parte di un circuito di percorsi naturali intorno a Tirano noto come "Five Crazy Down" e vanta il primato di essere la discesa più lunga della Valtellina.
Partenza da Grosio, una piccola cittadina molto pittoresca dove val la pena dedicare qualche minuto per scorazzare tra le strette viuzze in pietra, fino a trovarsi davanti all'imponente chiesa monumentale.
Attraversando l'Adda si percorre un tratto di strada extraurbano che permette di arrivare in poche battute sulla SS 42. Da qui in avanti è un unico nastro asfaltato che sale tortuosamente sulle pendici del gigante montuoso fino a sfiorare quota 1.900 m slm. Qui dove le ruote da strada si fermano, noi che abbiamo ruote grasse proseguiamo puntando verso Cima Varadega.
Se scalare il Mortirolo è sinonimo di impresa, è bene sapere che per noi le vere fatiche iniziano ora. Per una manciata di km l'asfalto è ancora di aiuto ma non sarà questa ad accompagnarci in cima, bensì una brutale mulattiera militare d'altri tempi dal fondo molto sconnesso.
In compenso si aprono gli scenari di alta quota con la magnificenza dei crinali, il fragore dei ruscelli, le esplosioni cromatiche dei rododendri ed i canti dei rapaci. Per le muscolari qualche tratto sarà da fare a piedi.
La quota da raggiungere sfiora di poco i 2.500 m di quota, un centinaio di metri sopra la vetta dell'omonimo monte.
Il panorama è a dir poco sublime, si vorrebbe restare per ore a spaziare con la vista tra la profondità della valle e le creste intagliate ma anche la voglia di adrenalina in discesa spinge per dare inizio alle danze. A livello strettamente tecnico non ci sarebbe nulla di estremo, si oscilla tra S2 ed S3 con una serie di tornanti non tutti facili. Resta però un fondo particolarmente instabile soprattutto nella parte alta e qualche gioco di rocce e radici che richiede abilità in più nella parte boschiva. Fino a quota 1.400 la discesa è senza dubbio divertente, una volta raggiunta la strada, in località Baiton, si scende per mulattiere e sentieri di livello più blando (veniamo comunque da 1.000 m di D- vissuto intensamente).
Si passa attraverso piccoli agglomerati di campagna e qualche sentierino anche divertente, ma ormai lo scopo è raggiungere Grosio di cui ora si vedono distintamente i tetti in pietra delle case.
NB: si consiglia di parcheggiare nel parcheggio a lato della Statale in quanto è l'unico a concedere un po' di ombra.
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