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Appennino reggiano: avventura MTB sul Monte Ravino

Percorso avventuroso e per questo selettivo con un discreto tratto di portage da sulla cresta del Monte Ravino, il protagonista di questo affascinante itinerario MTB.



In un contesto scenografico dominato dal Monte Cusna, il "Gigante" dell'Appennino Reggiano, Monte Ravino è un fratello minore ma non per questo agevole da conquistare.   

Questa traccia permette di effettuare un giro "ad otto" con unica salita e discesa;  pedalabile fino all'arrivo in cresta. In rete si trova anche una soluzione che prevede l'uso della funivia, scendendo da Febbio 2000 per poi tornare a Febbio Rescadore da Civago. In realtà quest'ultimo sentiero non ha nulla di divertente e comporta 300 m di ascesa assolutamente inutili e che si farebbero comunque partendo di Civago. Ed è infatti dal cimitero di questa piccolo borgo di montagna che parcheggiamo ed iniziamo la scalata.

Inizio su asfalto per Case Cattalini, giunti qui (notare sulla destra il "monumento" con la svastica spezzata) si passa allo sterrato. Le pendenze sono più che abbordabili e l'imponente faggeta secolare protegge anche dal sole più pugnace. 

E' però una salita lunghissima, da prendere con il ritmo giusto, da gustare nella serenità boschiva tra ruscelli animali vaganti. Per raggiungere il Passo di Lama Lite sono in tutto 13 km, e solo qui si torna a vedere il cielo oltre ai magnifici scenari d'alta quota con i lussureggianti crinali.





Poco distante fa capolino il profilo del Rifugio Battisti, salvo necessità di rifornimenti lo si lascia sul fianco proseguendo dritto seguendo sempre il sentiero 607. L'avanzata diventa ora un lento incedere tra un sentiero sempre più angusto e pendenze impietose. Ma non è ancora l'apice delle sofferenze: sono gli ultimi 80m di quella che è letteralmente una scalata che ci fa sembrare insetti sul dorso di un dinosauro.

Il portage è un male necessario ed alcuni passaggi richiedono molta attenzione: parete rocciosa da una parte e ripida scarpata dall'altra.





La fine del calvario è ripagata da un sentiero onirico che scorre sinuoso tra le mirtillaie. La discesa è tipicamente da crinale: strettissima, a tratti scavata e con rocce sporgenti, nel complesso scorrevole e divertente (un misto di S2 S3).



Dopo circa 200 di D- si approda ad una radura boschiva: il ritorno tra i faggi segna un cambio diametrale per scenari e tipologia di discesa. Rimanendo fedeli al 607 si passa ora al tipico single trail da bosco con tornanti flow e stretti da pennellare. Ad una tiepida fase iniziale segue uno scintillante trail chiamato la Cavallina che mette a dura prova l'abilità generale tra giostre di tornanti condite da gravity e passaggi su roccia da non sottovalutare (anche qui un mix di S2 S3). Finale a Case del Dolo dove imboccare la mulattiera scassata che riporta a Civago.  


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