Riolo T. (RA): l'enduro del gesso
Un itinerario mtb dove il protagonista è il gesso con le sue particolari formazioni cristalline che carattezzano l'esotica morfologia di questo angolo dell'appennino romagnolo. Un'origine che affonda in ere remote e che ha tenuto impegnati geologi e paleontoligi di tutte le epoche.
Oggi questa realtà è un Parco Regionale, un'istituzione nata in risposta allo sfruttamento minerario che ha messo a rischio l'integrità faunistica e territoriale. Un'oasi fatta di specie protette e grotte carsiche abitate in epoca preistorica.
A questo contorno naturalistico ambientale si aggiunge una perla di architettura militare antica come la vicina Rocca tardo medioevale (prodromica dello stile rinascimentale) di Riolo che merita senza ombra di dubbio qualche pedalata in più per essere ammirata. Il suo nome è legato a quello di Caterina Sforza, la Leonessa della Romagna, e alle sue sfortunate vicende amorose e militari.
Un contorno storico naturalistico di tutto rispetto che merita di fare da cornice agli altrettanto entusiasmanti trail da percorrere.
Dall' area camper si prende una comoda ciclabile ghiaiata che porta sulle sponde del Rio Ferrato la cui valle si segue fino a località "La Villa" dalla cui altura si possono ammirare le particolari formazioni calanchive. L'obiettivo è raggiungere l'eremo di Monte Mauro che rappresenta lo snodo di partenza delle tre principali discese incluse nella traccia. La salita diventa sterrata una volta superato il parcheggio e le pendenze sono a tratti impegnative. Le prime due discese ricadono in località Villa. Dalla struttura religiosa si può scendere sia da destra che da sinistra: la prima meno tecnica della seconda, ma arrivano nello stesso punto.
Iniziamo con la più facile: il "Tecnico Crivellari". Sentiero divertente con tratti guidati con alternanza flow roccioso. Un bel passaggio con contropendenze naturali ma nel complesso è un S2 con qualche spunto S3.
La risalita è il Deja vu di quella precedente ed è da mettere in conto anche alla fine della prossima discesa, ovvero la Doraimon. Per gli appetiti enduro è il piatto forte! Attenzione all'ingresso non del tutto intuibile: bisogna scavalcare alcune rocce. Oltre ad un livello tecnico nettamente superiore, l'ambientazione è estremamente selvaggia e si respire aria di avventura tra passaggi stretti e crinali rocciosi. L'apoteosi si raggiunge sul cosiddetto "Taglio Hard" un passaggio infuocato (S4) su una placca di roccia gravity dove serve il manuale di guida a portata di mano.
Risalendo da Villa si può aggiungere un "corto" sul 515: un S2 con qualche passaggio su roccia ma nulla di imperdibile.
Per l'ultima discesa si può anche glissare la salita all'eremo ed imboccare subito il sentiero che conduce a Monte Volpe. Se pensate che ormai le fatiche siano terminate dovrete ricredervi: c'è ancora parecchio da spingere. Si inizia con un mangia e bevi avventuroso a mezza costa fatto di flow guidato tra una natura primordiale davvero impressionante.
Arrivati a Ca' Faggia vale la pena scendere sul Ca' Faggia Freeride, sentiero mai estremo ma divertente da guidare.
Segue una dura risalita su sterrato per chiudere l'anello di Ca' Faggia e spingere ancora un centocinquanta metri di dislivello per portarsi in quota crinale e da lì finalmente scendere sul bellissimo trail del Monte Volpe: rocciosa e tecnica la prima parte, flow guidato ed impegnativo nella seconda. Arrivati in località Crivellare bisogna orientarsi tra le case per scovare il single trail che porta a valle del Fiume Senio. E' una discesa flow elettrizzante con tornanti stretti e passaggi gravity a degna conclusione di questo intrigante percorso. Ultimi km su asfalto prevalentemente in discesa fino ad arrivare sulla ciclabile percorsa all'andata.
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