Cappelbuso-Farnè: Linea Gotica in appennino emiliano
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La definizione "itinerario in mtb" andrebbe stretta a questa che è una vera avventura tra natura e storia che parte dalla vallata modenese e ritorna da quella bolognese.
Luoghi spettacolari, incredibilmente poco conosciuti per quanto abbiano fascino storico e naturalistico da vendere.
Andiamo con ordine e iniziamo questo viaggio tra luoghi sospesi nel tempo partendo da Serrazzone: poche case, una trattoria che ha visto tempi migliori ed un campanile con curiose croci celtiche. Sulla salita non si può sbagliare: è quella che da sempre collega la gente di Fanano con il Lago Pratignano. Sale sinuosamente intersecando case coloniche. I primi 5 km sono su asfalto; superato l'agglomerato rurale di Piana della Farnia inizia il tratto fuoristrada che ondeggia tra spianate panoramiche e immersioni in fitti tratti di pineta.
Immancabile una visita al Lago Pratignano, incantevole nella sua placidità e per la sua particolarità geomorfologica: lago di origine tettonica in cui si è creato un particolare ambiente paludoso, inusuale a queste quote.
Si torna sulla proprie orme per salire in direzione Selletta di Cappelbuso: prima sul 403 prevalentemente in salita e poi deviando a destra sulla elettrizzante discesa del 401, ex camminamento militare tedesco.
Siamo nel pieno della Linea Gotica: in questi anfratti montuosi, sul finire del Febbraio '45 avvennero gli scontri della "Operazione Encore". Protagonisti furono i soldati statunitensi della famosa 10th Mountain Division che con una ardita spedizione alpina riuscirono a cogliere di sorpresa i ben arroccati difensori tedeschi. Con questa vittoria gli anglo-americani scardinarono uno dei settori chiave della Linea Gotica, aprendo di fatto il passaggi verso la pianura padana.
La discesa è la 349 e non è propriamente una discesa per principianti. Innanzitutto sono presenti passaggi esposti: non parliamo di dirupi ma scarpate di una certa ripidità su cui prestare attenzione. Il sentiero è molto pendente e non concede tregue: gravity, tornanti stretti (non è indispensabile la nose press ma aiuta), qualche rock garden fanno la selezione tra i biker più navigati.
Si entra a Pianacci, una piccola frazione della costellazione di Farnè: case in pietra, camini rotondi tipici di questa zona, atmosfere dove il tempo è sospeso tra attrezzi contadini, strade lastricate e inquietanti volti di pietra.
Sembra finita, invece inizia proprio ora la parte più avventurosa dell'itinerario dove non mancheranno favolose sorprese ma anche diversi tratti di bici a spinta. Bisognerà affrontare la valle del Dardagna e per arrivarci c'è ancora un tratto di discesa piuttosto scassato, non proprio da sottovalutare, in particolare la breve ma insidiosa discesa che porta al vecchio mulino. Proprio qui, su un ponte carrozabile si attraversa il Dardagna. L'offerta visiva è spettacolare: il fiume scorre impetuoso scavando tra impervie rocce e sullo sfondo si erge il profilo di Rocca Corneta, le cui origini sprofondano nel medioevo.
Per valicare in territorio modenese serve ora un deciso colpo di reni: con un tratto a spinta di 15'. Lo scavallamento termina tra le distese coltivate intorno a Trignano, ma le fatiche non sono finite e si continua a salire, stavolta su asfalto per arrivare in questo che fu appunto il paese natale di Felice Felix Pedroni: il suo nome è tra quelli dei pionieri che hanno scoperto l'Alsaska, ed è particolarmente legato alle fortune minerarie della città di Fairbanks che ancora oggi stringe un legamene culturale con questa frazione di Fanano.
Con il monumento di Felix alle spalle le fatiche possono dirsi concluse: un breve tratto asfaltato, per lo più in discesa, riporta rapidamente a Serrazzone.
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