Normativa sul gancio portabici: molto rumore per nulla
La buona notizia è che la tragicommedia messa confusamente in scena dal Ministero dei Trasporti sembra giunta ai titoli di coda senza aver fatto danni. Una commedia gattopardesca nata dal buon proposito di creare un quadro normativo chiaro su un tema regolato in modo frammentario, ma che si è persa in un marasma di applicazioni e provvedimenti che hanno fatto saltare sulla sedia i produttori di portabici da gancio traino e i loro clienti.
Se i primi mesi del 2024 si sono aperti col terrore di dover omologare o addirittura buttare nel cestino ganci e portabici, i mesi a seguire sono stati una sorta di limbo nel quale i produttori, tra ricorsi, bocciature del Tar e mediazioni varie, hanno indetto una crociata per riportare a Roma il buon senso perduto.
Siamo così arrivati ai giorni nostri con il Ministero che ha riconosciuto le varie criticità:
- una disparità di trattamento tra automobilisti italiani e stranieri
- hanno ammesso che è inutile omologare presso la Motorizzazione Civile un prodotto che è già omologato di suo (e per dei burocrati non è poco!)
- eliminare il limite di sagoma: in pratica si potrà sporgere di 30 cm per lato e senza superare i 2,55m complessivi
L'unica novità è che dovrebbe essere introdotta una norma specifica che raccoglie in un unico quadro ciò che prima era sparso tra i rivoli del codice stradale. Un progresso formale insomma...a ben guardare un ben magro bottino in proporzione agli sforzi profusi.
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