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Epico dell'appennino emiliano: Vidiciatico, Corno alle Scale, Segavecchia e Axel

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Itinerario per spiriti audaci sulle vette più alte del crinale appenninico emiliano. Definirlo epico non è un esercizio di retorica con espressioni alla moda: le salite impervie, le alte quote, le discese infuocate sono criteri selettivi che si trovano sul terreno.



Si parte da Vidiciatico, ameno comune in territorio bolognese con un passato legato alla Linea Gotica. 



Altrettanto amena la salita su asfalto molto regolare ed immersa in un fitto bosco di faggi, pini e castagni alcuni secolari. Le tappe sono scandite da attraversamenti di minuscole frazioni fino ad arrivare alla Madonna dell'Acero (con una piccola deviazione sulla destra, poco dopo il ristorante si può visitare il Santuario dove, secondo la fantasia popolare, sarebbe avvenuta l'apparizione della Madonna).



Sullo sfondo appare il Corno alle Scale con il suo profilo piramidale e l'inconfondibile croce: non ci saliremo ma è un po' l'epicentro del giro.

Maciniamo gli ultimi chilometri di asfalto passando davanti al Lago Cavone tra le atmosfere di uno storico comprensorio sciistico che sembra non reggere la sfida con i cambiamenti climatici. 

Dal ristorante "Lo Chalet" lasciamo l'asfalto definitivamente alle spalle per inerpicarci su una forestale che diventa progressivamente più ripida e sconnessa. Siamo ormai ad una certa quota ed anche la vegetazione abbandona gli spazi in favore di verdi distese che in autunno si tingono di rosso per il foliage dei mirtilli.





Iniziano i primi tratti con bici a spinta una volta superato il ristorante "Le Malghe". Si arranca fino al Lago Scaffaiolo: una perla d'acqua incastonata sul crinale in base a regole che solo la geologia conosce.

Le fatiche del purgatorio iniziano da qui in avanti fin al Passo dello Strofinatoio: non è indispensabile il portage ma c'è da spingere bene tra rocce e scalini.

La discesa cancella ogni sforzo: panoramicamente favolosa, tecnicamente esaltante tra passaggi stretti e rock garden goduriosi fino al passo del Cancellino dove si devia nettamente sulla sinistra per imboccare il percorso che condurrà alla Segavecchia. Con questa discesa si ritorna nel bosco tra ruscelli scroscianti e radici che solcano il sentiero. La prima parte è un flow veloce e guidato, il tratto finale è decisamente più indiavolato con qualche passaggio dal sapore trialistico.




Alla Segavecchia (c'è il Rifugio per chi vuole rifocillarsi) si riprende l'assetto da salita: la rampa di ghiaia che si innalza impietosa sulla sinistra è la via per riguadagnare quota verso il Monte Pizzo. Ascesa durissima e lunga a cui si aggiunge il peso delle fatiche sin qui accumulate. L'assenza di traffico, la quiete del bosco ed il fragore dei ruscelli ne fanno un ambiente incanto.

Al bivio Sboccata dei Bagnadori il più è fatto! Mantenendo la linea più a destra (CAI 127) si continua su larga forestale con fondo naturale che porta direttamente al "trail center" che i ragazzi del Corno alle Scale Bike Area hanno costruito e mantenuto negli anni. 



Nell'ampio ventaglio di percorsi che scende dal versante del Monte Pizzo scegliamo quello che sulla carta dovrebbe essere uno dei più stuzzicanti: l'Axel. Dopo un tratto di rincongiungimento sul CAI 127a il percorso inizia mostrando subito una certa intensità. La scelta non ha deluso: trail molto fisico, vivacizzato da passaggi su radici e rilanci gravity da paura.



Si sbuca sull'asfalto della Via Panoramica che riporta in prossimità della chiesa di Vidiciatico. 

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