Val Brembana (BG): tour dei laghi gemelli con il "cazzutissimo" 212
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Si potrebbe definire un "giro epico" per usare un'espressione a la mode, oppure "uno di quei giri da fare almeno una volta nella vita!". Ma al di là della retorica introduttiva resta il fatto che nulla di questo itinerario può lasciare indifferenti.

Il purgatorio da affrontare in salita con pendenze al limite e lunghi tratti a spinta, l'incredibile scenario delle Alpi Orobiche che da solo basterebbe a lasciare basiti ma ci aggiungiamo cinque perle d'acqua, e infine la discesa: un vortice infernale di roccia e tornanti che mette a dura prova anche i biker più scafati.
Per affrontare questa specie di trilogia dantesca si parte da Branzi: una piccola località a valle coronata da imponenti cascate ed un torrente che scorre fragoroso in pieno centro.
Inizio di salita abbastanza convenzionale sulla strada provinciale per Carona che si raggiunge rapidamente. Sorvoliamo sul suo lago alimentato dal Brembo e sulla centrale idroelettrica per salire al borgo di Pagliari dove la strada si avventura verso cime e rifugi meta di numerosi escursionisti; abbandoniamo nel frattempo l'asfalto imbattendoci in una bellissima cascata, e più avanti lo specchio paludoso del Lago Prato.
Questi primi 10 km sono un antipasto: ora godiamoci una prima breve ma divertente discesa su single track che serpeggia tra alcuni invasi.
La goduria dura poco e viene spezzata da una salita che diventa progressivamente più brutale. Fortuna vuole che per arrivare al lago Sardegnana ci sia tempo per un altro sprazzo di discesa anche questo molto piacevole e sorprendentemente flow.
La parte più arcigna inizia qui: spinta, portage, tratti esposti e persino una beve galleria costituiscono un mix che seleziona i biker più navigati. L'approdo sulle sponde del Lago Marcio appare come un miraggio: anche qui lo spettacolo si ripete...d'altronde non c'è motivo di spiegare perchè si chiamino "Gemelli".
La natura è stata forgiata dall'opera dell'uomo per ricavare la preziosa fonte energetica dall'acqua. Una forma di energia pulita e rinnovabile come auspicabile che sia, e fa riflettere che sia stata approntata quasi un centinaio di anni addietro, negli anni trenta del secolo scorso. Speculare al Lago Marcio si trova, separato da un lembo di terra, il Lago Pian Casere.
Siamo ad una quota intorno ai 1.800m e la fatiche non sono concluse, anzi mancano all'appello gli ultimi due invasi: ancora spinta e qualche sporadica pedalata per arrivare al Rifugio Gemelli dove non si può declinare una sosta rifocillante e poi un ultimo sforzo, stavolta tutto pedalato, per spaziare sul lago Colombo a 2.040 m d'altitudine.
Finalmente discesa! Volteggiando sulle pareti scoscese della valle del torrente Borleggia si comincia con un single track abbastanza scorrevole: è il 250, da seguire fino al bivio e poi incanalare il sentiero che riporta al lago Marcio... ed è qui che entra in scena il famigerato 212 (Sentiero Partigiano Ercole Pedretti).
La caratteristica di questa discesa è che non lascia un metro per tirare fiato o far riposare le sollecitate membra: una continua serie di passaggi dove cavalcare rocce e radici, inanellare tornanti stretti e urlare nei punti gravity. La parte più scassata è quella finale dove, anche guardando la mappa, è evidente una sequenza di tornanti mozzafiato.
Nel finale c'è spazio anche per un pizzico di divertente flow: sono i tagli sentieristici attorno alla mulattiera. Finale su Branzi in prossimità degli impianti sportivi.
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Ecco come fare in poche semplici mosse:
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