Monte Ventasso (RE) cicloalpinisitico con discesa 663
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Itinerario indubbiamente affascinante e divertente ma bisogna premettere che non è per tutti i gusti. Conquistare la vetta del Monte Ventasso richiede un tributo di sudore non indifferente traducibile in un'ora scarsa di portage reso molto faticoso dal profilo squadrato di questa particolare vetta.
Situato in triangolazione con la vicina Pietra di Bismantova ed il Monte Cusna con il suo sovrastante profilo, il Ventasso è indubbiamente una cresta affascinante: per il suo curioso profilo piramidale, per la sua ambientazione d'alta quota e per la ricca offerta naturalistica fatta di boschi ancestrali ed un laghetto tutto da scoprire.
La distanza ed il livello sono solo apparentemente contenuti: la parte cicloalpinistica presenterà il conto (sconsigliata alle ebike e ai poco avvezzi al portage).
Partenza da Cervarezza, rinomata località termale e centro turistico sportivo per escursioni e parchi avventura. Dopo aver attraversato la SS63 e superato il camping inizia il tratto su forestale. La dolce pendenza, il fondo compatto e l'ombra alberata creano un idilio destinato a durare per i primi 7 km.
La natura aspra e brutale del Ventasso farà la sua irruzione poco prima di arrivare al Bivacco di Santa Maria Maddalena: punto di snodo dove si incrocia anche la seconda discesa. Passaggi un po' esposti su frane sono da affrantare con la giusta prudenza ma nulla di drammatico. La scalata inizia proprio in corrispondenza della struttura ricettivo/religiosa. L'inizio non presenta particolari difficoltà, ma nella parte intermedia si procede a tentoni varcando rocce alte quasi un metro. La parte finale è una liberazione: una cresta prativa su cui concludere gli ultimi metri di dislivello; la croce rappresenta la fine delle fatiche e l'inizio di una scintillante discesa "direttissima".
Sullo sfondo il luccichio acquoso del Lago di Calamone, piccola ma pittoresca formazione acquitrinosa di antica origine glaciale: è la destinazione finale di questa prima discesa.
Segue un astioso tratto di ricongiungimento con alternanza di tratti a spinta e qualche inaspettato pezzo enduro in discesa fino a tornare sulla stessa strada dell'andata. Destinazione ancora una volta la Chiesa/Bivacco da cui però stavolta prendiamo la via verso il basso in una folgorante discesa ovvero il 663.
Difficile trovare un aggettivo per definirlo: senza dubbio molto variegato come stile di guida e tipologia di fondo, a tratti molto selvaggio soprattutto quando incontra le acque del Rio Rondino e ne accompagna il corso imponendo un andamento ripido e tortuoso.
Si sbuca direttamente sulla strada statale, all'altezza di una fragorosa fontana, che riporterà a Cervarezza in circa 6km in leggera risalita su asfalto.
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