E' con un misto di rabbia e frustrazione che ho deciso di denunciare questo ennesimo dissennato scempio delle nostre montagne. Il "Doss dei Roveri", per i fortunati che hanno avuto il piacere di affrontarlo su ruote grasse, era una delle classicissime dell'Alto Garda: panoramico e selvaggio, intriso di storia. Costeggiava mirabilmente il fianco della montagna proseguendo in Veneto. Una discesa divertente proprio per la sua rudezza, particolarmente apprezzabile in inverno con il clima mitigato dal lago.
E' stata una mazzata sui denti apprendere che è stato brutalmente spianato dalle ruspe. Se possibile questo fatto di averlo scoperto praticamente per caso lascia ancora più basiti e ci si domanda che genere di incoscienti siano gli amministratori che hanno permesso una simile barbarie.
E' tutto terribilmente documentato sui Trailforks: sembra di leggere la cronaca di un omicidio con il cadavere ancora caldo:
Fonte Trailforks
Non sono stato sul posto ma il report su Trailforks ha tutta la mestizia di un annuncio funebre: il Doss dei Roveri non è più tra noi, sopraffatto da scelte politiche ottuse ed irresponsabili. Sì perchè questo che potremmo definire "sentiericidio" ha dei mandanti e dei moventi che hanno agito alla luce del sole.
Fonte Trailforks
Un giro d'affari di 600.000 €, finanziamenti a pioggia catapultati da Bruxelles sul Comune di Malcesine. Già che ci siamo: Veneto Agricoltura, Ministero della Cultura, Italia Domani non avevano di meglio da fare?
Avendo fatto più volte quel sentiero ci sentiamo di affermare che di questa messa in sicurezza proprio non ce ne era bisogno: forse si poteva sistemare qualche frana, consolidare qualche punto esposto, rimuovere qualche tronco o macigno ma mettere in sicurezza un sentiero cancellandolo con le ruspe è come guarire un raffreddore sopprimendo il malato.
Se il danno è irreversibile oltre che sconvolgente, ad aggiungere ulteriore peso all'irresponsabilità è il fatto che tutto questo accade nell'assoluta mancanza di controllo e condivisione con il territorio e con i soggetti fruitori.
Lascia sbalorditi, in primis, il silenzio di certi interlocutori del territorio proprio lì dove esistono associazioni che osteggiano l'uso della MTB perchè rovinerebbe i sentieri. Da parte loro una guerra di anni contro le ruote artigliate e quando passano i cingoli si voltano dall'altra parte? CAI, SAT, associazioni ambientaliste hanno forse levato gli scudi contro questo vilipendio ?
Noi biker dal canto nostro possiamo solo osservare frustrati ed impotenti il proliferare di questa barbarie fatta in nome del dio denaro. La nostra indignazione è solo un sommesso lamento destinato ad essere soverchiato dal rombo delle ruspe, ma è anche vero che sarebbe ancora peggio stare zitti: e il silenzio di certi interlocutori, come per esempio le associazioni ambientaliste o escursionistiche, è assordante.
C'era una volta...
Commenti
Posta un commento