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Monte Melignone(VI): sentiero 561 della Val d'Astico

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Un sentiero emozionante che scorre lungo la sponda orografica destra della Val d'Astico tra boschi secolari. 




Prima di arrivarci non può mancare l'appuntamento con la storia che ha forgiato queste vette delle Prealpi Venete. Una lunga ascesa che percorre ex mulattiere militari arriva fino al Forte Campomolon, uno dei protagonisti del primo anno della Grande Guerra quando gli altipiani veneti e trentini divennero scenario di cruenti scontri.



La salita si svolge quasi interamente su asfalto ma il traffico è praticamente inesistente. Partendo dalla frazione di Forni si segue la ciclabice che fiancheggia le acque dell'Astico sulla sinistra. Poco prima di entrare nel paese di Barcarola si devia nettamente sulla destra dove una ex carrarereccia militare serpeggia alla volta di Tonezza del Cimone immettendosi sulla provinciale.



pub Raggiunta la nota località turistica si continua a salire incrociando sulla strada il chiosco Alpino. Alla biforcazione teniamo la sinistra con l'obiettivo di approsimarci alla vetta del monte Melignone che si raggiunge in prossimità della chiesetta di Restele, riconoscibile per l'indiscreto tetto di lamiera gialla.

Da qui al Forte ci sono poco più di 250m di dislivello da macinare su una strada che regala un proliferare a perdita d'occhio di creste e altipiani. La struttura militare merita di essere vista e conosciuta: non solo in un esercizio di memoria per ricordare quanto è importante il valore della pace, ma anche per la sbalorditiva architettura del tunnel a ferro di cavallo utilizzato per muovere i pezzi di artiglieria al riparo dai colpi nemici.



In prossimità delle antenne inizia questo che potremmo chiamare un preludio di discesa: il sentiero scorre lungo il selvaggio crinale regalando qualche bel passaggio su roccia ma anche qualche meno apprezzato tratto non ciclabile. Il sentiero 561 inizierebbe qui, e proseguirebbe fino alla chiesa ma lavori di sistemazione frane rendono complicato il passaggio ed il consiglio è quello di deviare su strada poco prima del Rifugio Melegnon e riprendere dalla chiesetta: è il consiglio per superare senza inconvenienti una situazione provvisoria.








Lanciamoci quindi su questo sentiero 561: inizialmente non scalda gli animi. Continui rilanci, pochi stimoli di guida e parecchi rami caduti per le intemperie dei giorni precedenti. La situazione si evolve subito dopo aver superato un casolare abbandonato: il ritmo diventa infuocato, le due ruote imbazzarriscono a scavalcare placche di roccia e a galleggiare su foglie. L'ambientazione è quella di una valle stretta e cupa dove si innalzano alberi secolari dalle fitte chiome e l'ombra è garantita: uno scenario opposto a quello delle verdi praterie attraversate scendento dal forte.


La discesa è di quelle che spossano braccia e gambe. Il sentiero è imprevedibile: a volte lineare altre volte tortuoso, passaggi flow e scalini di roccia si susseguono senza soluzione di continuità finchè non si sbuca tra le case di Montepiano. Non è finita: dopo qualche curva su asfalto spunta sulla sinitra un divertente sentiero che permette di arrivare sulle sponde del fiume tagliando l'asfalto. Il resto è un sinuoso declinare sulla riva sinistra del fiume che riporta a Forni con 8 km di ciclabile. 

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