Monte di Mezzocorona (TN) e la mitica discesa di Malga Kraun
Se pensate che definire questo itinerio come "particolare" sia solo un eufemismo allora lasciamo parlare i numeri, soprattutto le percentuali delle pendenze in salita che sfiorano il 40%.
Monte di Mezzocorona è una amena località di montagna raggiungibile solo in funivia o per mezzo di una diabolica strada forestale. Questa forma di selezione naturale l'ha resa un'oasi preclusa al traffico veicolare, e per godere delle viste panorama da urlo (nel senso letterario del termine) che dominano tutta la val d'Adige si può arrivare solo in funivia o arrancando sui pedali.
Da San Michele, frazione di Mezzocorona, attreversiamo una splendida landa scandita da filari di vigneti a perdita d'occhio; materia per un nettare degli dèi molto pregiato. Seguiamo la ciclabile del Noce per 3km fino a deviare sul calvario della Strada delle Longhe, unico collegamento stradale per scalare questa ripidissima facciata. L'impatto con l'alta acclività del terreno arriva senza fasi intermedie. L'unico aiuto viene da un grip veramente ottimo dato dal pavè di porfido costruito in modo certosino.
Il pavè ad accompagnare i tratti più uggiosi
Il ponte tibetano in attesa del collaudo
Arrivati a Baita dei Manzi si può concedere sollievo alle membra riposando tra panchine e due secolari faggi; nella consapevolezza che la scalata non è finita ma sarà sicurmente meno impietosa.
Tempo di percorrere una manciata di km e si arriva in paese: un baluardo della civiltà accampato a 860m slm, eppure pullulante di turismo.
Ora la destinazione è Malga Kraun: una comoda sterrata serpeggia tra ruscelli scroscianti ed un folto bosco. La struttura appare in tutta la sua bucolica bellezza tra pascoli, quadrupedi e lussereggianti prati, ma non è finita: c'è ancora un leggero divario da colmare.
La mulattiera che ha fin qui accompagnato (km 17) lascia il posto al 507. La discesa è veramente impegnativa nei primi 400m di dislivello: una serie indiavolata di sequenze tecniche dove occorre ripassare tutto il manuale di guida della mtb tra rock garden, tornanti stretti e passaggi gravity. C'è anche qualche breve tratto esposto dove prestare più attenzione.
Dal 507 si passa al 502 all'altezza dell'incrocio con una mulattiera. Ora l'andutura è decisamente più fluida, il livello tecnico si abbassa ma il divertimento non manca: è un piacere surfare sul fondo smosso di un sentiero da favola!
L'ultimo tratto inizia dopo l'impressionante cascata Zambel; da qui un brevissimo portage ci riporta agli ultimi scorci della discesa che si fa più veloce e più larga fino a culminare sulla mulattiera di collegamento con Rovere della Luna. Segue un excursus cicloturistico vivamente consigliato per ammirare la suggestione medioevale (XII sec.) delle mura del Castello di Salorno/Haderburg. Dopo questo piacevole extra si conclude il percorso comodamente sulla ciclabile dell'Adige.
(è una cartella .zip, si consiglia di scaricarla col pc di casa o con app)
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