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Cornetto del Bondone da Cavedine

Non è la prima volta che il monte Bondone assurge a protagonista di un nostro itinerario MTB. E' una delle più alte e poderose vette della catena montuosa che circonda il lato sud ovest di Trento. Geograficamente divide la valle del Sarca con la Val d'Adige, storicamente lascia una eredità di bunker, strade militari e trincee che in era austroungarica doveva costituire una barriera difensiva per il capoluogo trentino. Tutto questo si può ancora oggi osservare da vicino con un breve ex cursus sulla cima del Cornetto che fa da coronamento ad un vero percorso All Mountain d'alta quota.


La particolarità di questo giro sta nel cambio di versante: non saliremo dalla Val d'Adige ma scaleremo il fianco opposto partendo da Cavedine.  

La salita è nel complesso molto impegnativa e comprende un buon tratto a spinta frazionato in un quarto d'ora nella prima parte ed una buona mezzora nella seconda dove è consigliabile un breve portage finale. La cima, con la croce e le postazioni militari, si può percorrere solo a piedi.

Si inizia con un breve tratto di asfalto che lascia subito il posto allo sterrato. Primi 8 km che se ne vanno tra lunghi tratti pedalabili, qualche passaggio un po' selvaggio e strappetti fino ad arrivare alla Baita con il suo ampio prato e le panchine che invitano ad una sosta rifocillante. Ancora un paio di km su ghiaia e ci immettiamo sulla strada provinciale del Bondone che in alcuni momenti sembra un motodromo.

In circa 16km arriviamo al Viote: tappa importante per rifocillarsi al bar ed ammirare le curiosità storiche, naturalistiche, artistiche e scientifiche che costellano questo toponimo. Ci sono i resti antichi di Castelletto Madruzziano, la fantascientifica palla specchiata dell'osservatorio astronomico, qualche creazione artistica in vimini e l'area naturalistica con l'habitat naturale della torbiera rimasto immutato nel tempo.





Al cospetto di Cima Palon sormontata da vistose antenne, iniziamo la più vessatoria delle salite: le pendenze ed il fondo concedono ben poco alla pedalata, e anche chi ha la bici assistita in qualche tratto dovrà spingerla.












La cima è spettacolare e si presenta come una fortezza naturale inespugnabile. Non resta che scorrere in discesa a filo di crinale dove per altro non mancano passaggi tecnici degni di rilievo, e qualche brevissimo passaggio da fare a piedi se non fate MacAskill di cognome.







L'andatura cambia completamente una volta entrati nel bosco. Un paio di risalite interrompono il ritmo di una discesa che si preannuncia molto infuocata ed improntata sul Flow-Gravity.

Al quadrivio de "La Becca" deviamo precipitevolmente sul 640 con un tratto verticale dove serve buon controllo del mezzo. Si prosegue sempre mantenendosi sul dritto ed imboccando il 635 all'altezza di un caseggiato e l'intersezione con la mulattiera. Domina ancora il flow, molto guidato e divertente: nel complesso un buon compromesso tra la parte molto tecnica e scassata in alto ed uno scorrevole guidato e mai banale nel finale.




Si torna alla civiltà accolti dalle mura di Vigo Cavedine, e da questa frazione si torna in una manciata di minuti su strada al punto di partenza.

Scarica la traccia



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