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Alta Val Sesia: All Mountain al cospetto del Monte Rosa

Il solo fatto di trovarsi a tu per tu con uno dei più maestosi giganti delle Alpi giustificherebbe tutte le fatiche imposte da questo giro che si svolge in alta Valsesia. 

Non si tratta di un percorso lungo, ma la sola cifra dei km potrebbe risultare ingannevole nell'economia del giro: un bel tratto in portage /spinta ed una discesa trialistica nel finale sono quanto basta per arrivare stanchi a fine giornata.



Partenza da Alagna, ultimo avamposto urbano prima di addentrarsi nella primordiale natura fatta di cime altissime che coronano la valle. Il territorio è forgiato dalla storica cultura di stampo germanico dei Walser. La scoperta di preziosi giacimenti minerari, sin dal tardo medioevo, ha però richiamato forza lavoro da luoghi lontani con conseguente rimescolamento di patrimonio genetico e culturale.



Il parcheggio è quello in ghiaia nei pressi della caserma della Guardia di Finanza. L'inizio è agevolato dal fondo asfaltato e da pendenze abbordabili. Bastano pochi metri di elevazione per addentrarsi in un mondo rurale sospeso nel tempo con case lavorate in pietra e legno come tramandato da tradizione.

Gli alberi lasciano preso il posto ad una vegetazione più rada; prati per pascoli e fiori di campo conquistano lo scenario che si fa alpino a tutti gli effetti una volta superato il Rifugio città di Mortara.




Anche il fondo dopo una manciata di km muta in una sottile ghiaia e accompagna per tutto il tragitto fino al successivo rifugio situato in Pianalunga (km 6,5) dove approda la funivia ed inizia la cabinovia che sale fino a 3.000 m. 

Proiettando lo sguardo verso nord si intravedono i confini elvetici, mentre a destra sono le cime imbiancate del Monte Rosa a fare da protagoniste.







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L'itinerario volge però sul fronte opposto dove un sentiero serpeggia lungo la dorsale su cui spunta il Passo Foric. Per affrontarlo servirà un misto di portage, tratti a spinta e brevi rilanci pedalabili.

E' questo il tratto più ostico, attenzione a qualche passaggio esposto e franoso ma nulla di insuperabile, male che vada c'è un cordino con cui aiutarsi ma personalmente non ne ho avuto bisogno.

Dopo aver tirato il fiato non resta che puntare alla discesa che come un vortice cala in direzione della Val d'Otro








La discesa si può dividere sostanzialmente in tre tranche: la prima è un finto flow, ovvero il fondo sarebbe scorrevole ma è incattivito da canaline create dall'acqua, improvvisi passaggi rocciosi e tornanti trappola stretti ed esposti. Non è del tutto ciclabile ma nel complesso risulta divertente con tratti fisici e guidati. Segue un intermezzo di mulattiera in falsopiano che attraversa alcuni agglomerati di case rurali in pietra. E' solo un raccordo che conduce ad una discesa veramente spettacolare ed esaltante: gli enduristi vecchia scuola troveranno pane per i loro denti su quella lunga sequenza di curve a gomito e rock garden senza soluzione di continuità. 



Un sentiero che non molla, se non quando arriva ad Alagna: quel baluardo di civiltà finalmente ritrovato al termine dell'avventura.   

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