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Cima del Porco: enduro selvaggio sulle prealpi vicentine

E' una zona, quella intorno a Caltrano-Calvene che abbiamo imparato a conoscere in diverse itinerari di grande suggestione naturalistica e storica.



Il ricordo del conflitto che ha attraversato questi lussureggiatni rilievi che si stagliano sulla Pianura Padana riemerge ancora oggi in dettagli grandi e piccoli: a volte sono i resti di una teleferica, una fontana lungo la via, un palo per il filo spinato o addirittura i resti di un ospedale da campo o ancora un cimitero che ospita le spoglie di militari britannici.

Fontana costruita dal genio militare per rifornire le truppe in salita verso il fronte

Ospedale da campo inglese: i britannici arrivarono in zona come rinforzo dopo la disfatta di Caporetto dell'autunno '17. Sotto lapide del cimitero militare britannico






Del resto non siamo molto lontani da Asiago ed il suo altipiano dove correva la linea di fuoco vera e propria, qui c'erano le retrovie dove i soldati si riposavano o scongiuravano una eventuale difesa ad oltranza. 

Torniamo ai giorni nostri, in queste valli dove è senza dubbio piacevole vivere senza i deliri della guerra. Da Calvene si sale sulla strada provinciale che sale in direzione Cimitero Britannico (cartello marrone). La salita è graduale e sinuosa come si addice alle strade di militari. Questo andatura ci accompagna per 17km poi si seguono strade di montagna che scorrono in falsopiano per collegare la costellazione di malghe i cui pascoli bucolici sbucano come chiazze in mezzo alla secolare macchia boschiva. Dopo un tratto in leggera discesa su asfalto si ha l'impressione che ormai il grosso delle fatiche sia alle spalle: ma a rompere l'illusione ci pensano il fondo e le pendenze imposte dalla carrozzabile che sale alla Cima del Porco.

Quest'ultima manciata di km è decisamente faticosa e spezza il ritmo blando fin qui adottato. Superata una casupola-rifugio si arriva sul crinale che ha sulla sinistra l'altopiano di Asiago e sulla destra la valle che digrada verso la distesa pianeggiante. La nostra destinazione è Malga Cima Fonte: da qui parte una discesa alquanto avventurosa. Dopo un breve ricongiungimento su mulattiera il sentiero 693 vero e proprio inizia con una netta deviazione sulla destra in pieno bosco. Alcuni passaggi sono realmente indiavolati, col bagnato poi sarebbero una consapevole volontà di farsi del male. Nel complesso il tratto è divertente ed emozionante a modo suo. 












pub Intersecata la strada sterrata percorsa all'andata si dovrebbe scendere attraversando un campo: il condizionale è d'obbligo perchè l'erba alta e le mine marroni lasciate dalle mucche al pascolo potrebbero invitare ad agganciare il sentiero poco più sotto ripercorrendo la strada fatta in salita fino all'incrocio con il sentiero 693.  

Sin dalle prime battute apparirà chiaro che il flow non sarà la caratteristica principale di questa discesa. Il fondo è estremamente brutale, scassatissimo e sassoso. Tuttavia è un'ottima scuola guida per imparare a domare la bici su questa tipologia di sentiero e difficilmente ci si annoia saettando di roccia in roccia per indovinare la traiettoria più idonea. L'ultimo tratto è costituito dai tagli alla strada per Calvene: troviamo tratti guidati, qualche parvenza di flow e tornanti divertenti da fare in conduzione o nose press.








La vista del campanile di Calvene segna la fine di un percorso che ha richiesto un tributo di sudore molto al di sopra delle aspettative ma che nel complesso è risultato divertente ed avventuroso.

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