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Epico del Garda: dal Chierego a Caprino sulla "Barbarica" n°662

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Itinerario da incorniciare per chi vede nel Baldo una fonte di ispirazione per percorsi epici sia in salita che in discesa (soprattutto).


video by ARTEBICI


Dislivello e lunghezza parlano il chiaro linguaggio dei numeri, ma sul tratto discesistico è bene fornire qualche dettaglio in più. Si tratta dell'unione di due trail adatti ad appetiti forti: non mancano passaggi acrobatici da funamboli del circo nella parte alta, mentre la fetta più abbondante della torta è fatta di trialismo puro; definirla barbarica è un modo per suscitare il giusto timore reverenziale.



Dalla prima periferia di Caprino, luogo simbolo delle campagne militari napoleoniche in Italia,  attraversiamo il centro del paese ammirando la sontuosità seicentesca di villa Carlotti, sede del Comune.

Il primo stadio di avanzamento è tutto su asfalto: prima quello della SP 29 che attraversa la frazione di Lumini (km7). Altri 4 km su questa arteria stradale e poi deviazione a destra in direzione Rifugio Chierego rimanendo su asfalto ma con una sezione stradale dimezzata e che nonostante questo carica tutto il traffico di turisti alla disperata ricerca di un metro quadro di parcheggio nello spiazzo de "Le Pozze"

Il raggiungimento di questa località (km 15) segna la fine dell'asfalto ma non delle ripide salite che fin qui hanno accompagnato. Fortunatamente negli ultimi anni il fondo stradale è stato notevolmente ridimensionato in favore di chi sale a piedi, mtb o cavallo, e le eroiche imprese degli scalatori che si facevano largo tra pietraie pedalata dopo pedalata appartengono al passato.









In 5 km, comunque molto impegnativi, si arriva dritti ai rifugi Fiori del Baldo e Chierego (km 21) con panorami da cartolina sul sentiero a mezza costa del crinale.

Dopo la sosta rigenerante non resta che cavalcare il crinale che declina verso mezzogiorno: le pendenze sono modeste ma il terreno particolarmente roccioso non permette distrazioni. In tutto 1,5km di rettilineo spezzato dall'intersezione con il CAI 656 che devia netto a sinistra. Inconfondibile per i suoi numerosi traversi di legno che impongono un certo controllo del mezzo, il sentiero scende di buon ritmo tra tornanti a gomito e un tono abbastanza gravity in alcuni punti.






Breve ma intenso; si sbuca all'altezza dell' antico casolare di Malga Valfredda dove smettiamo i panni dei discesisti per tornare sui pedali affrontando la mulattiera che conduce all'incrocio con il 662 presso una vasca metallica per l'acqua (km 28).





L'inizio del 662 è abbastanza nella norma. Aggirato il cancello per il bestiame parte lo show trialistico: una sequenza interminabile di rock garden e passaggi diabolici dove calare qualche asso. Difficile sbagliare strada se non al km 30, all'incrocio con un grosso edificio diroccato che invita a sinistra ma noi seguiamo il segnavia CAI per Caprino. Anche questo secondo tratto ha la caratteristica di non mollare mai e negli ultimi tratti la concentrazione e lo sforzo prosciugano tutte le energie. 







Finale con un bivio: optiamo per il primo che scende a sinistra e non c'è da pentirsi: un favoloso alternarsi di tratti guidati e trialistici ideale come fuoco d'artificio per salutare questo straordinario itinerario.

Da Gaon dove fuoriesce il sentiero si arriva in centro a Capino seguendo i sentieri "urban".





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