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Lizzano in Belvedere: il superflow dell' appennino bolognese

Itinerario immerso nelle tipiche atmosfere dell' Appennino Bolognese: boschi sperduti solcati da impetuosi ruscelli e una presenza umana lontana dalla frenesia moderna.




Accanto alle impressionanti formazioni dei castagni secolari si accompagna un sottofondo a perdita d'occhio di faggi e abeti così fitti ed alti da tappezzare il cielo. Sensazionale è anche quel tuffo nel passato che si compie addentrandosi tra piccoli borghi in pietra e incontrando qua e là chiese, monumenti votivi ed anche strutture di vecchi mulini.

Percorso che al di fuori dei romanticismi si presenta alquanto impegnativo per dislivello e da non sottovalutare sotto il profilo tecnico, vista anche la presenza di tratti esposti. 

Partenza da Lizzano in Belvedere dal parcheggio del centro sportivo. Il primo tratto di salita affianca il torrente Silla fino a Pianaccio (5 km). 





Questo borgo di poche case che contendono lo spazio alle rupi spioventi ha dato i natali a personaggi del calibro di Enzo Biagi e di Guglielmo Fornaciari: se il primo non necessita di presentazioni il secondo è stato un asso dell'aviazione della Prima Guerra Mondiale. 

L'asfalto fin qui intrapreso continua fino al Rifugio Segavecchia per quasi 2km. Superata la struttura inizia una lunga ascesa sulla ghiaia della Strada Forestale Segavecchia che abbandoniamo dopo qualche tornante per salire, sempre su mulattiera, attreverso il cai 111. Dopo 12 km la svolta sulla sinistra: una breve rampa costringe a fare due passi a piedi prima di lanciarsi nella lunga e decisamente flow discesa che terminerà tra le mura di Monteacuto delle Alpi

Come un paese con strade, piazze e chiesa possa sopravvivere abbarbicato su una rupe in quel modo non è dato sapere. In ogni caso val la pene spingersi fino alla chiesa di San Nicolò per apprezzarne il fascino al completo.









Da Monteacuto si ritorna sempre in discesa su un single trail sempre all'insegna del flow; emozionante al punto giusto e in un contesto naturalistico da favola che sfocia direttamente nelle acque del rio Baricello in corrispondenza degli edifici che ospitavano il mulino della Squaglia (km 19).







Svestite le protezioni riprendiamo a salire in direzione Ca' Falchi dapprima su strada sconnessa poi su una comoda strada che alterna asfalto e fondo naturale. A Pennola (km 24) si devia a destra continuando per 1 km per poi iniziare la discesa sulla destra del bivio forestale. Dopo un incipit su strada larga si noterà un innesto di sentiero sulla sinistra: è il single trail puramente flow che volteggiando nel fitto bosco di larici e castagni riporta al mulino passando per la Madonna del Faggio (km 30): edificio religioso immerso nella profondità del bosco.
Ultimo colpo di reni per ripercorre un tratto di salita già affrontato ed aggiungere il pezzo che manca per arrivare al Molino di Tognarino ed attraversare le viuzze lastricate del borgo per imboccare il sentiero vero e proprio. E' il trail che sfocia sul laghetto Porchia (km 35): il più breve del trittico qui proposto ma è anche il più infuocato sotto il profilo tecnico per una più continuativa presenza di roccia.
Non rimane che la breve risalita sulla strada che riporta al palasport di Lizzano.

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