Monte Duro (RE) un angolo di paradiso del Freeride
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Una simile portata di enduro a così breve distanza dalla pianura reggiana sarebbe inimmaginabile, se non fosse che, ormai da consolidata tradizione, il Monte Duro è proprio questo: un trail center di tutto rispetto sapientemente mantenuto dagli appassionati locali.
In questo percorso abbiamo raggruppato le tre classiche che fanno la nerbatura attorno alla quale si sviluppano diverse varianti: Sassaia, Dh Old e Biondo con variante alta (questo l'ordine della traccia).
Il punto di partenza è in località Bettola: un luogo divenuto tristemente simbolo delle rappresaglie nazifasciste. Nel giugno del '44 a seguito di uno scontro tra tedeschi e partigiani i soldati della Wehrmacht dettero luogo ad un terribile rastrellamento culminato con il truce massacro di 32 civili. Un monumento a ridosso del parcheggio commemora quella triste pagina di storia.
Il bar/ristorante, sempre aperto e pullulante di biker, è anche un ottimo appoggio logistico oltre a raggruppare gli arrivi di ogni trail.
La sorprendente bellezza naturalistica di queste colline che hanno fatto lo splendore del regno di Matilde di Canossa appare sin dai primi colpi di pedale. In località Il Bocco, che si raggiunge dopo la rotonda e dopo aver abbandonato la trafficatissima Strada Provinciale, appare tutta la morfologia di un rilievo rozzamente squadrato dall'erosione a cui il sottofondo roccioso ha cercato di resistere creando spaccature e crinali.
L'ascesa da ripetere 3 volte si svolge interamente su asfalto: la parte peggiore è il kilometro e mezzo tra lo smog della provinciale per Castelnovo ne' Monti, mentre la scalata che avvinghia la cima da sud attraversa bucolici appezzamenti coltivati.
Il tratto più arcigno è la cementata che inizia subito dopo la sbarra situata dopo il conglomerato di Ca' Schiavino: non è lunghissimo ma i tratti al 20% sono quelli dove si respira.
Sulla sinistra un piccolo spiazzo con cartelli di "benvenuto" costituiscono la partenza per DH Old e New, e Sassaia. Il Biondo parte pochi metri più avanti sempre sulla sinistra.
Iniziamo con la Sassaia: il primo tratto è in comune con i due trail, dopo una serie di saltini, gobbe e sponde al bivio si gira a destra. Nella prima metà sarà divertente giocare di sponda su un sentiero largo ma molto scavato, incattivito da radici e tratti rocciosi. Più stretta e più guidata la seconda metà che scorre in un fitto bosco con passaggi tecnici stretti, un pizzico di gravity e qualche divertente salto per rendere il tutto ancora più piccante.
Ma la regina del trittico rimane incontrastata la Dh Old: una discesa veramente superlativa sin dalle prime battute ma è nel finale ultra gravity che offre il suo lato migliore. Prima tranche abbastanza scorrevole tra suggestivi passaggi in canaloni alternati a dei mangia e bevi. Un bel ripidone a metà percorso serve come riscaldamento per la turbinante discesa che riporterà a valle. Qui serve sangue freddo e determinazione: anche perchè una volta lanciati nella bolgia sarà inutile pensare di fermarsi. Termina in un piccolo guado a pochi metri dal bar.
Finale con il Biondo preso dalla variante alta che parte dai ripetitori che mettono il cappello al Monte Duro. Molto divertente la prima parte su crinale roccioso e scavato, poi scende blandamente su una carrarreccia fino a ricongiungersi con il Biondo classico. Finale divertente su trail ben lavorato e qualche drop per vivacizzare il tratto conclusivo di questa terna.
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