Monte Calisio: avventure in mtb a due passi da Trento
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Salendo la val d' Adige verso nord il Monte Calisio appare con una scabra cuspide color cenere con una vistosa ruga al centro che lo taglia verticalmente. E' una sorta di sponda settentrionale che sormonta la città e costringe il fiume a compiere una poderosa curva. Un arroccamento roccioso che sfiora i 1.100m., altitudine modesta ma non per questo meno ricca di trascorsi importanti della storia trentina. Il protagonista più antico si trova sottoterra ed è l'argento: "Argentario" è il secondo nome di questa montagna. E non è un caso se nel XIII sec. Trento abbia emanato il primo codice minerario della storia.
In tempi più vicini ai nostri questa montagna divenne protagonista della fortificazione militare che coronava la città di Trento: la cosiddetta "Fortezza Trento", costruita in tempi di preludio della Grande Guerra. Tra i vari tasselli difensivi il Calisio fu la postazione più moderna e poderosa con tanto di gallerie (da una di queste inizia un sentiero) e torrette i cui resti ancora oggi testimoniano di quel tragico passato.
L'itinerario descritto raccoglie le due tracce che è possibile scaricare dal nostro archivio (#Calisio cartella TRENTINO), ricordando che questa possibilità è riservata a chi contribuisce con l'abbonamento alla pagina Facebook o con una libera donazione.
Base di partenza Martignano: comune arroccato poco sopra il capoluogo tridentino. Salita che parte su asfalto ma che dopo una manciata di km imbocca lo sterrato della favolosa Strada della Flora, così chiamata per lo splendido fiorire dell'erica dai colori purpurei in primavera. Si tratta di una mulattiera militare con pendenze graduali ed un fondo naturale compatto scavato sottraendo spazio alle pareti rocciose.
Dopo circa 5 km compare sulla destra il bivio per il 401 (noto anche come "sentiero delle milizie" in quanto utilizzato dai soldati asburgici): a seconda della traccia si può decidere se farlo subito o come finale. In ogni caso è bene sapere che si tratta di una discesa variegata ma costantemente impegnativa. L'inizio è un bel flow guidato con tornanti molto divertenti. Segue un tratto fin troppo ostico con passaggi su gradoni da fare a piedi (se non siete acrobati), ma il finale è un toccasana di guidato su roccia. Attenzione ad alcuni passaggi esposti, non pericolosi se affrontati con cura, e precedenza agli amici escursionisti che nei giorni festivi si contano numerosi.
Il seguito dei percorsi si trova in vetta ed è raggiungibile su forestale. La sopra citata Strada della Flora lascia il posto alla Strada de Mez che scorre perpendicolare alla vetta, poi voltando nettamente a sinistra si inzia la scalata più dura con il Sentiero della Croce: un nome adeguato alla passione con cui affrontare le fatiche imposte dalle pendenze.
Raggiunta l'agognata cima ed ammirata la val d'Adige in tutto il suo splendore le opzioni per la discesa sono due. La prima è indirizzata proprio dalla bianca croce. Affiancandola sulla sinistra in un sentiero (il 402) subito molto impetuoso su scalini di legno a cui seguono passaggi gravity e tornanti a gomito. Si sbuca presto in una selletta e girando a destra si torna sulla mulattiera di cui ripercorriamo i pochi metri che separano dall'ingresso al "Percorso natura- Val Mistai". E' uno stretto sentiero che si dirama subito sulla destra, scorre cingendo a mezza costa il fianco della valle e presenta tratti esposti da non sottovalutare. In alcuni passaggi la nose press è una conditio si ne qua non per restare in sella.
Ad un terzo della discesa si incrocia la mulattiera percorsa in salita e si continua a scendere fino ad incrociare un'altra mulattiera da cui, qualche metro avanti sulla sinistra, si riprende il 402. Anche questo si rivela un trail ricco di emozioni: più trialistico, più guidato e con tornanti meno spigolosi dei precedenti.
L'altra discesa che si può intraprendere dalla cuspide del Calisio è una sequenza di trail creata dai biker locali per scatenare adrenalina (intento pienamente riuscito dobbiamo ammetterlo). La particolarità è che per accedirvi bisogna percorrere il tunnel militare sotterraneo eriditato dagli austrungarici. Sono cinque minuti da affrontare a piedi con luce del telefonino o con una luce frontale per chi vuole tentare l'azzardo di farla in sella: il fondo è molto sabbioso e scivoloso, si raccomanda prudenza!
Si parte con la Hunter Trail: tornanti stretti e qualche passaggio tecnico molto divertente. Incrociata la mulattiera si risale una manciata di metri per imboccare la Work in Progress (o Squirrel alta): livello tecnico sempre alto con un passaggio gravity da urlo e radici da affrontare con sangue freddo. Finale al cardiopalma sulla Funny Squirrel dove tra sassi, radici, e compressioni non sai mai cosa ti aspetti. Si sbuca direttamente sulla sbarra che segna l'inizio della Strada della Flora.
Concludendo: davvero un ottimo ambito quanto ad offerta di sentieri: ideale per l'inverno e nelle mezze stagioni grazie al terreno particolarmente drenante.
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