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Alla scoperta del Monte Calisio con due spettacolari discese mtb

Salendo la val d' Adige verso nord il Monte Calisio appare con una scabra cuspide color cenere con una vistosa ruga al centro che lo taglia verticalmente. E' una sorta di sponda settentrionale che sormonta la città e costringe il fiume a compiere una poderosa curva. Un piccolo complesso montuoso che sfiora i 1.100m. ma su cui sono impressi trascorsi importanti della storia trentina. Il protagonista più antico si trova nelle viscere della montagna ed è l'argento, infatti il secondo nome del Calisio è Argentario. La prosperità di materia prima fu tale che ad inizio del XIII sec. Trento emanò il primo codice minerario della storia.   


 

In tempi più vicini ai nostri questa montagna divenne protagonista della fortificazione militare che coronava la città di Trento: la cosiddetta "Fortezza Trento", costruita in corrispondenza della Grande Guerra; in essa il Calisio fu la postazione più moderna e poderosa con tanto di gallerie e torrette i cui resti ancora oggi testimoniano di quel tragico passato.




Veniamo all'itinerario che si presenta breve come parametri di lunghezza ma che risulta molto impegnativo da affrontare sia in salita che in discesa.

Partenza da Martigano sulle prime pendici che digradano verso i quartieri periferici del capoluogo tridentino. Salita che parte su asfalto ma che dopo una manciata di km imbocca lo sterrato della favolosa Strada della Flora, così chiamata per lo splendido fiorire dell'erica dai colori purpurei. Si tratta di una mulattiera militare con pendenze graduali ed un fondo ottimo. Le asperità iniziano dopo circa 5km all'altezza di un quadrivio con spiazzo. A dire il vero la strada sarebbe chiusa per una frana (non ne eravamo al corrente), tuttavia i locali la percorrono abitualmente e così abbiamo fatto anche noi. In ogni caso se si vuole evitare si può salire anche da Montevaccino - ex Forte Casara che dal lato opposto arriva in cima.




Gli ultimi 2km di salita fanno sembrare quella media del 12% delle strade militari un dolce ricordo e l'arrancare sui tornanti cementati sembra rendere lontana quella cima che sembrava già conquistata.





Ai concitati momenti della scalata finale si contrappone l'amena tranquillità di una verde cima pianeggiante sormontata da una vistosa croce bianca ed i resti delle postazioni militari invecchiate dal secolo ormai trascorso.




L'incipit della discesa è proprio la bianca croce che si affianca sulla sinistra in un sentiero subito molto impetuoso con passaggi gravity e tornanti a gomito. Si sbuca presto in una selletta e girando a destra si torna sulla mulattiera di cui ripercorriamo i pochi metri che separano dall'ingresso al "Percorso natura- Val Mistai". E' uno stretto sentiero che si dirama subito sulla destra, scorre cingendo a mezza costa il fianco della valle e presenta tratti esposti da non sottovalutare. In alcuni passaggi la nose press è una conditio si ne qua non  per restare in sella. 




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Al km 7,5 ovvero ad un terzo della discesa si incrocia la mulattiera percorsa in salita e si continua a scendere fino ad incrociare un'altra mulattiera da cui, qualche metro avanti sulla sinistra, ci innsestiamo sul 402. Anche questo si rivela un trail ricco di emozioni: più trialistico, più guidato e con tornanti meno spigolosi dei precedenti. Finale sul sentiero delle milizie: splendido ricongiungimento dal carattere storico legato ai passaggi delle truppe austroungariche con una mirabile terrapieno in pietre di roccia costruito ad arte. Ultimi due tornanti al fulnicotone e si riprende l'ascesa.



I prossimi 400m di D+ ricalcano la salita precedente per portarci all'ingresso del temibile 401. Non è proprio un sentiero per tutti i gusti: oltre ai tratti esposti, ma non necessariamente pericolosi in quanto si svolgono in piano, la prima parte è riservata agli acrobati della nose press, gli altri stanno a guardare. Tuttavia nella seconda metà torna un ritmo più fluido con favolosi tratti di rock garden ed esaltante gravity che rialzano nettamente il voto a questo trail.

Finale in comune con quello precedente sulla strada Martignano-Montevaccino.

Non dimentichiamo che la zona è frequentata anche da chi va a piedi: cordialità, cortesia e sempre un occhio di riguardo per una sana condivisione dei percorsi.

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