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In picchiata dal Nevegal al Lago di Santa Croce

Percorso All Mountain tra i più suggestivi della zona tra trevigiano e bellunese, ideale nelle stagioni intermedie. La sua peculiarità è quella di unire le cristalline acque del placido lago di Santa Croce con le svettanti cime dell' Alpe di Nevegal.



Il lago di Santa Croce, il più grande della provincia di Belluno e il secondo del Veneto, è un lago naturale formatosi da una frana che ha chiuso la Val Lapisina bloccando la discesa del fiume Piave verso Vittorio Veneto e creando la Sella del Fadalto (fonte il dolomiti)


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Partenza dal Camping Sarathei  che si trova adagiato sulla sponda nord-orientale. Seguendo prima la ciclabile e poi la strada provinciale si arriva in 5 km ad imboccare il sottopassaggio ferroviario da cui inizia a serpeggiare la strada comunale. Dopo 4,5 km superata la frazione di Quantin, circondati da splendidi scenari dolomitici ed incantevoli ruscelli, ci si immette sulla SP31 che volge diretta all'Alpe di Nevegal ed i suoi impianti con piste di Downhill (km 15).

Un rapido excursus per visitare le bellezze naturali a fianco della strada




Fin qui la salita è stata graduale e senza strappi. Ma le avvisaglie di un peggioramento sono in arrivo sin dai primi stretti tornanti che ancora scorrono su asfalto. Dal km 20, in prossimità del ristorante la Casera (unica struttura presente lungo l'itinerario) alla maggior acclività si aggiunge un fondo tra cementato e ghiaia che trasforma quest'ultimo slancio in una, seppur breve, impresa per scalatori. Al km 21,5 possiamo interrompere l'ascesa ed iniziare a cercare la via per scendere che in questo primo frangente scorre tra i prati: si può proseguire volteggiando sulla stradina intorno all' antenna e fare tutto su sentiero oppure (per accorciare) buttarsi a capofitto dal pratone modello freeride come da traccia. 

Il primo tratto è un favoloso planare sui prati in quota verso il celeste specchio d'acqua. Navigazione a vista cercando i paletti colorati di bianco e rosso  che indicano la via. Qui più che di difficoltà tecnica parlerei del saper controllare la bici su un fondo che reagisce in modo imprevedibile a causa di buche, manto erboso e terreno scavato. 




La transizione tra prati e bosco avviene dopo circa 1km. Questo passaggio segna anche l'inizio di un andamento più tecnico con impronta gravity e sulla capacità di fare surf in presenza di un fondo reso instabile dalla ghiaia che ricopre questo single track. 





Il trail è piuttosto lungo e prosegue per altri 4km con qualche breve interruzione per alberi caduti ma bisogna riconoscere che molto è stato fatto dopo le disastrose tempeste degli anni precedenti e lo spettacolo del cimitero di alberi che si dipana ai nostri fianchi è abbastanza inquietante.

Al km 25 non resta che completare il periplo lacuale cercando di evitare il più possibile il traffico della strada provinciale servendosi della ciclabile in località Poiatte.

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