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Monte Cusna (RE) All Mountain sul dorso del Gigante (+ variante Ridge)

Quello del Cusna non è solo un itinerario MTB ma la scoperta di una entità della montagna. E' il Gigante (come lo hanno soprannominato gli abitanti che vivono ai suoi piedi) un colosso di terra e roccia dal profilo tanto irregolare quanto imperioso, a tratti inquietante. Tant'è vero che l'altro e più lugubre soprannome è "l'uomo morto" per quella parte acuminale sinistramente tondeggiante che la fa appunto sembrare la testa di un uomo supino.



Il lussureggiante crinale corrisponde grosso modo al confine tra Emilia e Toscana: una barriera ardua da sormontare e che ha di fatto costretto le due comunità alla reciproca autoctonia.

Oggi la zona è una proliferante meta escursionistica costellata di sentieri, rifugi ed una funivia (che inspiegabilmente ha sospeso il servizio bici). Per le mtb esistono numerose possibilità di escursione anche per l'All Mountain Enduro; i sentieri sono oltretutto ben curati e mantenuti anche grazie all'attivismo dei bikers locali (www.ridethegiant.it ).


Il percorso qui proposto è decisamente impegnativo per il tratto a spinta (poco più di 1km) nella parte finale che permette di sormontare il crinale. 

Discese decisamente divertenti e mai estreme, ma vediamo quale cammino bisogna seguire per conquistarsele.

E' un doppio anello: il più piccolo è un excursus per scendere al rifugio Segavecchia ed ammirare la secolare abetaia reale.

Da Febbio si sale su una strada che parte asfaltata e si trasforma in insidioso ciottolato perennemente occupato dal fango (questo versante è un collettore di acque piovane): a volte il fondo è impraticabile se non spingendo a piedi. Tuttavia la situazione migliora nettamente al km 6.6 quando s'incrocia la spaziosa forestale che nasce da Civago e serpeggia tra dense faggete fino a raggiungere le cime spoglie dove è situato il Rifugio Battisti. L'ascesa dura fino al km 14,8: la interrompiamo momentaneamente per goderci la discesa che fende il crinale su cui i mirtilli hanno esteso la loro chioma (che assume una spettacolare colorazione vermiglia in autunno).



Discesa questa molto divertente nella prima parte: passaggi stretti e vertical, nella seconda metà diventa uno scassato di roccia dall'andatura più rettilinea e monotona fino a sbucare sopra i tetti del Rifugio Segheria

Risalita su larga mulattiera sovrastata dagli enormi fusti degli abeti secolari e ricalchiamo i nostri passi per intraprendere una lunga scalata che culminerà sulla cresta del Gigante. 

Lasciato il rifugio Battisti alle Spalle (km 15) termina la mulattiera e per una manciata di km ancora si potrà pedalare. In prossimità di un laghetto naturale (loc. Il Passone) e della croce artistica fatta con tubi a flauto inizia il calvario a piedi che dura poco meno di 1,5 km. 





La vista degli impianti (loc. Sasso del Morto) è il segnale che presto si ritornerà in sella, ma per circa 1km ancora si dovrà accompagnare la bici su agglomerati di massi non pedalabili.

Il dispiacere di avere perso un po' di dislivello senza goderlo viene presto lasciato alle spalle con un tratto freeride elettrizzante che scorre sulla dorsale del versante settentrionale del Cusna. Qua e là solo qualche cardo con i suoi petali argentei interrompe una natura brulla ed arida che offre però il vantaggio di un grip eccezionale.







Si scorre per 1 km liberi come caprioli (seguendo i segnavia bianco rossi e con una traiettoria comunque solcata per quanto interpretabile) fino ad un guado (km 27). Dopo una leggera risalita inizia un trail nel bosco: ed è il trail Alta Tensione, l'origine del nome è presto spiegata dal continuo intersecare dei rugginosi tralicci. 

Dapprima largo e piuttosto prosaico, ma dopo una netta deviazione che arriva a stretto giro si inizia a fare sul serio. Tornanti stretti, improvvisazione, qualche rock garden ed un flow anomalo compongono il cocktail di questo tratto inebriante che conduce fino ai prati di Febbio lasciando il Gigante domato alle nostre spalle.






VARIANTE
Una possibile variante della discesa finale è il Ride the Ridge. Si prosegue per un tratto in comune fine all'imbocco della precedente discesa ma si continua a salire orientandosi verso la cuspide più alta del massiccio. Volendo si può scalare fino alla vetta con del duro portage, o come in traccia, deviare un po' prima su single track. Discesa di per sè non eccessivamente tecnica ma molto brutale e con un fondo decisamente sdrucciolevole che metterà a dura prova gli artigli delle ruote. L'emozione selvaggia di scorrere sul sentiero del crinale con panorami d'alta quota è semplicemente impossibile da descrivere.


Un bel tratto nel bosco con alternanza di flow e passaggi su rock garden e radici porta al Passo Cisa. Da qui una breve risalita di neanche 100m D+ e poi giù per l'imbocco del Trail Alta Tensione.  



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