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Sul Col Santo (TN) inseguendo le tracce della storia

Col Santo, una montagna notevole per panorami ed altitudine (2112 m) e soprattutto ricca di storia. L'itinerario mtb qui proposto non è tra i più gettonati: un fatto forse attribuibile alla sovrastante fama del Pasubio, del cui gruppo fa comunque parte.





Nei libri di storia il Col Santo figura come la prima vetta italiana conquistata subito dopo la dichiarazione di guerra nel maggio del 1915: una vittoria senza colpo ferire visto il ritiro strategico degli austroungarici che però risposero con una devastante offensiva l'anno successivo (la Spedizione Punitiva della primavera 1916). Ancora oggi mentre ci si approccia a conquistare (pacificamente) la vetta appaiono facilmente distinguibili le cicatrici lasciate dalle granate esplose un secolo fa. Alcune tornano addirittura utili per riparasi dal vento quando soffia impietosamente gelido.





Il giro è tipicamente All Mountain con salite impegnative su sterrato e persino prato; asfalto ridotto al minimo essenziale. Discese molto divertenti, mai estreme e mai banali, molto variegate con passaggi anche impegnativi su roccia e traiettorie anguste.

Partenza dalla frazione di Pozza, appartenente al comune sparso di Trambileno in Vallarsa. Da qui si arriva seguendo una ripida sterrata a Giazzera in circa 4km; si può approfittare della presenza di un bar.
Salita che prosegue su asfalto per 2km fino ad incrociare un cimitero di guerra austro-ungarico recentemente ristrutturato in loc. Keserle. 



L'ascesa ritorna qui su fondo sterrato. Anche i panorami iniziano a dischiudersi nei più caratteristici tratti alpini: ampi prati puntellati di fiori dai mille colori e pareti rocciose impervie che vengono aggirate dall'andamento tortuoso della forestale prima e di un sentiero ricoperto dalla vegetazione in seguito. Sono questi i 5 km che separano dalla croce che svetta sulla cima ammantata di verde.






Gli ultimi 100 m di dislivello richiedono di andare a spinta: anche per le ebike l'impresa di varcare la china in sella resta un sogno realizzato a metà. 

La vista ripagherà tutti gli sforzi: dal Pasubio al Brenta, dalla Marzola allo Stivo passando per Finonchio e Zugna: un elenco che sarebbe ancora lungo nella selva di guglie che sfidano il cielo e con una visuale che spazia fino alla laguna veneziana.




Da qui (km 12) inizia una vorticosa discesa che sfocia nel Rifugio Lancia: dura circa 3 km e presenta un fondo accidentato che culmina in un paio di passaggi su roccia da manuale.



Dal Lancia (km 15) si risale verso il Monte Testo sempre su sterrato tra l'altro molto selvaggio. Si arriva in prossimità di un punto mozzafiato con viste vertiginose: immense muraglie marmoree si estendono nella valle brulla ed inospitale. La cima vera e propria richiederebbe un extra a piedi ma ci riteniamo appagati e scendiamo verso Corno Battisti (Km 20). 





Qui altra concomitanza storica: la cattura dell'irredentista trentino Cesare Battisti (Trento 1875 / Trento 1916 - parlamentare a Vienna per la minoranza italiana poi volontario nel Regio Esercito Italiano) avvenne in questo punto (con lui l'altro martire della patria Fabio Filzi). A ricordare il drammatico momento vi sono un paio di steli in granito con i nomi dei due protagonisti.


Corno Battisti, le steli dedicate ai due martiri 


Discesa che continua con alti e bassi a mezzacosta fino allo Spil (attenzione ai tratti esposti). Superata una mulattiera scassata inizia la fase in assoluto più elettrizzante: un lungo single track a metà tra il flow ed il sassoso che esalta tutti gli stili di guida.
Si sbuca nella frazione di Boccaldo dove non resta che completare l'anello in leggera risalita su asfalto. 



Clicca qui per scaricare questa ed ALTRE 4 tracce tra Zugna Col Santo e Pasubio 
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