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Carega (VR) All Mountain dal Monte Terrazzo

Il Monte Carega si può definire un grande massiccio se si considera la sua maestosa mole che accarezza quota 2.000 m slm ad una latitudine che lo colloca a pochi minuti di macchina dal capoluogo scaligero. Viceversa lo troviamo piccolo, almeno a livello di definizioni, per essere una Dolomite vera e propria. 



Incastonato tra tre province (quella di Verona a cui appartiene in maggior quota, e poi quelle di Trento e Vicenza) figura appunto in quel gruppo di giganti della montagna che sono le Piccole Dolomiti, nella cornice delle prealpi venete.




Montagne scolpite dall'azione erosiva degli agenti atmosferici che le hanno dato quell'aspetto dilavato e scabro, soprattutto nella parte alta dove manca il freno naturale delle radici arboree. 
Altri segni sono quelli lasciati dalla Grande Guerra e parliamo soprattutto di strade come l'incantevole mulattiera che sale fino al rif. Scalorbi. Anche se i principali teatri di battaglia sono ad un tiro di schioppo, l'ondata di ferro e fuoco, in questa che fu una retrovia strategica, non è arrivata con il suo devastante carico di morte.
                   
 L'itinerario è un All Mountain nel senso più letterale del termine: non mancheranno momenti di avventura tra passaggi esposti e bici a spinta. Nel complesso l'itinerario è molto vario e divertente ma è bene avvisare che in certi momenti bisognerà prestare attenzione e armarsi di pazienza.



Partenza da Giazza, piccola frazione di origini cimbre arroccata ai piedi della grande montagna. Salita decisamente affascinante: un lungo tratto di asfalto immerso nel verde che dopo 8 km, al termine di una lunga serie di tornanti e intersezioni con altri sentieri lascia il posto ad una mulattiera (cancello con tornello).
 
Dal Rifugio Passo Pertica inizia il tratto montano vero e proprio: alte guglie marmoree intrappolano le nubi più basse rendendo incombente il fenomeno nebbia. 




Dopo 6 km si arriva al Rifugio Scalorbi da cui si domina la verde valle sottostante e si possono ammirare i principali massicci che costellano il Carega. 
Dalla comoda mulattiera si passa ad un sentiero montano più angusto e burbero con fondo più scassato. Arrivati sotto la cima del Monte Plische inizia una discesa che a dire il vero è più un tratto di collegamento: scorbutica poco continuativa non ci dispiace terminarla dopo circa 1,5km.
Riprendiamo a salire in direzione Monte Terrazzo: anche qui incontriamo una natura piuttosto ostile all'avanzata delle nostre bici con tanto di tratti esposti. 



Al km 18 dovremmo iniziare finalmente a scendere ma anche qui non iniziamo benissimo: dopo aver sprecato 100 - 150m di dislivello inizia un tratto che con un po' di sano ardimento si può affrontare in sella. La parte trialistica finisce così: miscelando la goduria finale con la frustrazione iniziale. 
Se non vi è piaciuto mettetelo alle spalle senza rancore: inizia adesso un tratto flow lungo ed elettrizzante sul CAI 281 che redimerà le "sofferenze" fin qui patite. 



Questa seconda fase parte imboccando un piccolo sentiero in falsopiano (km 20) che porta sul versate interno con ambientazioni radicalmente diverse. Anche il clima si trasforma: non è più quello bizzoso che solitamente circonda le alte quote.
Prima parte del trail decisamente scorrevole con traiettorie strozzate dai tornanti che si possono affrontare anche senza nose press ma con ottime capacità di controllo e sfruttando paraboliche naturali e contropendenze. Nella parte conclusiva si registra un maggior imbarbarimento fatto di radici e sassi smossi che rendono il tutto ancor più completo ed emozionante.





Ultimi sgoccioli di dislivello su vibrante strada cementata che riporta in un baleno sul torrente che lambisce Giazza.




  

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