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Casalgrande (RE) - Alla scoperta del mitico Pistino Etilico

Situato su una delle prime colline che si stagliano dalla brulicante pianura emiliana, il trail center Pistino Etilico si potrebbe considerare come un piccolo tempio della MTB che negli anni ha svezzato all'enduro decine di biker della bassa padana.
Stupisce come da un modesto anfratto collinare possa essere venuta fuori un'area sentieristica di tutto rispetto. Merito dell'operosità dei trail builder locali che hanno iniziato questi lavori quando questa specialità era ancora ai suoi albori. 
Pistino Etilico è anche un esempio di convivialità tra appassionati di attività all'aperto: in questa area di riserva naturale ogni sentiero ha la sua vocazione che è quella intonata da chi li cura: si tratti di moto, bici o andare a piedi. 






Siamo in località Casalgrande Alto, un lembo di terra agraria in mezzo alla distesa di fabbriche fumanti del colossale distretto ceramico a cavallo tra le province di Reggio e Modena. 
In località Osteria Vecchia si può usufruire di un paio di ampi parcheggi gratuiti. 
Dopo un breve tratto di ricongiungimento stradale si devia sulla destra all'altezza della Chiesa di San Bartolomeo, di cui si può apprezzare l'elegante facciata con porticato stile barocco. Non è l'unico edificio di interesse artistico che si incontra lungo il percorso. Poco più avanti, superate le scuole, è d'uopo ammirare le vestigia del Castello di Casalgrande. Del suo profilo che guarda imperioso verso la piana solcata dal fiume Secchia è rimasto solo qualche squarcio ma l'imponenza delle sue linee architettoniche emana ancora l'eco di glorie perdute.


Torniamo sulla strada principale e riprendiamo quella che è ufficialmente considerata la "cronoscalata del Parco della Riserva". La salita per quanto mitigata dall'asfalto è impietosa. L'ultimo tratto su un misto di terra e roccia è il più arcigno in assoluto ma per fortuna dura pochi metri. La quota massima del percorso, di poco sotto il tetto dei 400m, è stata raggiunta. 

Poker di discese:
VERTICAL - MARTINELLA - PISTINO (G LINE) - MONEL LINE




Meglio non pensare al fatto che questa conquista sarà da ripetere altre due volte, e lanciarsi nella prima fulminante discesa: la Vertical. Senza dubbio la più spettacolare ed emozionante oltre che essere verticale anche nei gradi d'inclinazione.




Sin dalle prime battute si avverte una elettrizzante alternanza di passaggi tra il gravity ed il flow tecnico intervallato da una profusione di rampe da saltare. Indimenticabile il passaggio con single track su calanco. 


Si risale per andare stavolta sul versante opposto. Dopo aver percorso il crinale panoramico si imbocca un sentiero che inizia a ridosso della strada asfaltata appena attraversata. Inizia la "Martinella/Orti", l'unica rivolta verso il nord pianeggiante. E' la più naturale di questo quartetto discesistico: passaggi avventurosi nel fitto bosco, saliscendi improvvisi e curve flow da manuale sono le sue caratteristiche. Unico neo i solchi scavati dall'acqua che scorre a piccoli fiotti ma quasi perennemente.
Si esce in un campo coltivato e attraversato un burrone congiunto da un improvvisato ponte di legno si risale la collina. Non è una risalita dolce ma un brusco taglio tra sentieri ghiaiosi e rovinati dall'acqua, con anche un tratto di bici a spinta (200 m in tutto). 



Ritornati al punto di partenza delle discese inforchiamo stavolta la direzione "Pistino" che diventa in breve "G-Line". Sentiero di fatto ubriacante per i continui cambi di traiettoria e rilanci.
Ultima risalita per affrontare la Monel-Line, anche questa molto inebriante ma con tratti più scassati del solito e qualche soluzione gravity che risulta molto divertente. 




Per le gambe e per la mente possono bastare a completare una giornata di enduro che non ha nulla da invidiare agli omologhi di quote più alte.


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