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Monte Morello (FI) sulla mitica discesa della Brucomela

Tra la corona di bassi rilievi che circondano Firenze il Morello, con i suoi quasi 1.000 metri di altitudine, è l'unico a potersi fregiare dell'appellativo di monte. 



La storia di questa montagna è da sempre intimamente legata ai destini della città del Giglio: uno dei suoi edifici simbolo, gli Uffizi, portano nel ventre il legno cresciuto in questi boschi. Un tributo di legno che costò caro all'ecosistema riducendolo ad un brullo territorio intervallato da qualche appezzamento coltivato ad olivo (tradizione divenuta poi secolare ed ancora oggi proliferante). La necessità di rimboschimento si fece particolarmente pressante intorno ai primi del novecento con il manifestarsi di numerose frane. Il verde venne in gran parte riprodotto in anni recenti grazie alla maggior sensibilità acquisita ma si aggiunsero nuove piaghe tipiche dell'era industriale, ovvero le cave ed i tunnel ferroviari che hanno causato un certo sconvolgimento idrogeologico.

Oggi Monte Morello è soprattutto un paradiso per gli escursionisti; ruote grasse in primis. Da alcuni anni grazie al prezioso lavoro di alcuni gruppi locali si è creata un' imponente rete sentieristica per mtb tuttora in evoluzione e che tocca luoghi di interesse storico naturalistici come quelli legati alla Linea Gotica.

Il gioiello di questo itinerario è la leggendaria discesa della Brucomela: una delle più ardue del repertorio toscano.





Partenza da Sesto Fiorentino tra complessi industriali brulicanti di attività e giganti dismessi. Salendo da via Cantine in direzione Sommaia (chiesa) si arriva affrontando tratti di significativa acclività al Borgo di Morello/Collina. Superato questo tratto immerso negli ulivi si arriva alla Fonte di Seppi dopo 10 km di strada asfaltata neanche troppo trafficata e con una ammirevole vista sulla valle dell'Arno dove si può intravedere la cupola del Brunelleschi nelle giornate più limpide.

Inizia la strada sterrata: una grossa croce di legno poco oltre il parcheggio ricorda i fatti di sangue intercorsi durante l'ultimo conflitto mondiale tra regolari tedeschi e pattuglie partigiane.

Giunti ad un quadrivio si punta sulla destra in direzione della vistosa antenna che si adagia su Poggio al Giro.

Imbocchiamo il bel sentiero che devia in parallelo alla mulattiera: è un breve ma divertente sentiero chiamato l'asino che vola. Vista la sua esposizione a nord sarà facile trovarlo impregnato di umidità.




Compiuto questo anello si ritorna al quadrivio su carrareccia e si prosegue verso Poggio all'Ala (Km 18) sul sentiero OO: è il punto più elevato della provincia fiorentina e per raggiungerlo occorre effettuare un breve tratto di portage (evitabile girando subito a sinistra e ricongiungendosi poco sotto come si vede dalla mappa).

Così facendo abbiamo guadagnato la discesa Rompistinchi: divertente con vari passaggi su roccia e andamento generalmente scorrevole. 



Al bivio (km 19) si gira a destra imboccando la Pianettole Freeride: un favoloso single track con vista panoramica e qualche bel passaggio tecnico.




Se pensate di aver visto tutto dovrete ampiamente ricredervi: a meno di un km inizia il turbinio trialistico della Brucomela. Chi riesce a compierla senza scendere di sella può portare a casa l'attestato di biker esperto.





Non è finita, dal ruscello si risale brevemente ripercorrendo un tratto già compiuto in salita e deviando a destra subito prima della giunzione con la strada provinciale.

Dopo una breve ma ostica salita si raggiunge un paradisiaco angolo di bosco da cui si scende alla volta della discesa Cappelle che segna l'epilogo dell'itinerario. Decisamente più scorrevole della precedente ma neanche propriamente flow e dotata di qualche divertente salto artificiale. Finale urban tra le prime case che abbarbicate sulle colline e rapido ritorno al punto partenza.

 


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