Lama Mocogno (MO): tra i boschi della Via Vandelli
Modena e il mare: un'associazione difficile da immaginare. Eppure questo ponte ideale tra la Ghirlandina e le sabbie del litorale toscano è alla base di una delle più ingegnose opere stradali mai realizzate in passato nel nostro paese. L'autore di questa mirabile realizzazione (avvenuta su commissione del Duca d'Este) è una delle più illuminate menti scientifiche del settecento: l'ingegner Domenico Vandelli (Levizzano Rangone, 1º marzo 1691 – Modena, 21 luglio 1754). Basti pensare che un barlume del suo genio lo ritroviamo ogni volta che accendiamo il Garmin e osserviamo le linee di livello da lui inventate proprio nella progettazione della via che porta il suo nome.
Questo percorso mtb è un tipico All Mountain con suggestivi passaggi tra incantevoli faggete e pinete a cui si uniscono panorami a tutto tondo sull'intera Emilia: dall'alto crinale appenninico fino alle brumose distese padane. La sua esistenza è il frutto dell'opera dei biker locali che stanno contribuendo a rilanciare l'attività escursionistica con una sempre più imponente rete di sentieri per tutti gli appetiti da ruote grasse. Ci tengo anche a ricordare che questa traccia ricalca alcuni tratti del Corrado Testi Trail, un itinerario alla memoria di un amico biker nato tra quelle case e che ora ci guarda dall'alto.
Partenza da Lama Mocogno, comune del Frignano innestato sulla SS12. Dalla via centrale si può già iniziare ad incorniciare il profilo maestoso del Cimone. Suggestiva la lunga scalinata che si addentra nel sottostante centro, ma la vedremo con calma alla fine.
Si inizia seguendo l'asfalto della statale per 2 km fino a Borra, qui si devia in corrispondenza della chiesa color ambra. L'inizio dello sterrato è piuttosto brusco con salite pendenti ed un fondo al limite del pedalabile ma lo sforzo è breve. Nel giro di un paio di km avviene l'immissione sulla Via Vandelli, riconoscibile per il fondo lastricato. Intorno al 6° Km ennesimo cambio di strada: è la comunale che si inerpica alla volta delle Piane, un centro turistico sportivo dove è gradevole anche una ristorazione.
Superati i prati delle piste da sci si segue l'ottima e abbondante cartellonistica per MTB: seguiamo il sentiero dei carbonai lasciando a lato l'impervia ascesa al Monte Cantiere.
Al km 10 un imbocco invita scendere per il profondo bosco su un single track flow (indicazione Tom) molto divertente che ritorna sulla parte bassa del sentiero dei carbonai. Si gira su questo per tornare in direzione delle Piane passando per il ristorante Baita del Duca.
Si va alla ricerca del camping (km 12) da cui parte uno sterrato in saliscendi che attraversa alcuni ruscelli. All'incrocio con lo stradello tiriamo dritto per affrontare la divertente discesa di Val di Paolo caratterizzata da qualche rock garden e una curiosa formazione di muretti a secco per delimitare i campi.
Risalita uggiosa su asfalto e ritorno alla strada attraversata poco prima. Si continua però su sterrato superando una sbarra (km 20) e arrampicandosi sul crinale ricoperto da una fitta boscaglia del Monte Mocogno (km 22) dalla cui sommità (1.232m) prende il via la discesa più tecnica. La larghezza è quella di una mulattiera ma la traiettoria è talvolta più limitata di quella di un single track. Passaggi tecnici, tratti scassati e scavati, rocce fisse e mobile: c'è di tutto in questo finale incandescente.
Si sbuca nella frazione di Cadignano e da qui si prosegue scendendo a Mocogno e risalendo su asfalto fino a Lama M.
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