Libri - Maglie - Tracce- Attrezzatura

Monte Cengio (CAI 639): in mtb attraverso la storia

Se c'è un itinerario che simboleggia il nostro spirito mtb questo è il Cengio: sublime sintesi tra storia, natura e avventura su ruote grasse.
Questa massiccio roccioso delle prealpi vicentine si erige altezzoso sulle distese della pianura padana. A delimitare questi due mondi il limbo turchese delle acque del fiume Astico, da cui nasce l'omonima valle che farà da sfondo all'itinerario.


Dalla partenza situata a Cogollo del Cengio, si può ammirare l'anfiteatro montuoso che andremo ad affrontare: due valli unite a cerniera da una lunga strada a serpentina con un fondo naturale decisamente ghiaioso. Verso occidente appare il profilo del rilievo che si staglia come una fortezza color avorio: in questo anfratto sono state scritte drammatiche pagine di storia. 




Procediamo con ordine: orientandoci con il campanile della Chiesa di Cogollo si inizia a salire sulla strada asfaltata. Il bitume dura solo 2 km, il tempo di raggiungere il raccordo con l' odissea sterrata che conduce alla vetta. Sono 9 km di passione: malgrado le pendenze siano mitigate dalla regolazione militaresca del 12% il sedimento ghiaioso costringe spesso a triplicare gli sforzi. A compensare le fatiche arriva il soccorso psicologico dei panorami mozzafiato su creste rocciose e di una pianura dominata con lo sguardo. 


Clicca e scopri le nostre maglie/felpe su AMAZON!



Al km 11 assistiamo ad una breve riapparizione dell'asfalto: al parcheggio costruito intorno ad un grosso edificio moderno diroccato si devia attraversando l'Ecomuseo: un'apoteosi storico naturalistica di trincee, gallerie e passaggi scavati a fil di roccia. Stiamo attraversando il baluardo creato per la difesa ad oltranza delle linee italiane: un'opera divenuta imprescindibilmente strategica dopo i cruenti combattimenti della primavera del maggio-giugno 1916 (Strafexpedition-Spedizione Punitiva). Su questa linea ancora sguarnita i soldati italiani si trovarono a combattere su posizione estreme: alle spalle c'era solo la pianura padano-veneta dove gli austroungarici avrebbero potuto dilagare. Non andò così, ma il tributo di sangue fu particolarmente esoso.









Dal Rifugio al Granatiere si continua a salire in direzione sud ovest dopo aver ammirato la chiesetta al cui esterno è situata la pittoresca statua costruita con schegge di granata.




Si arriva rapidamente ad un piazzale (km. 12) da cui si dipanano tre vie compresa una lunga galleria che sbuca sul versante opposto ed una scalinata che sale nella zona sacra con l'altare dei caduti. Giriamo a sinistra su una strada dapprima larga e ciottolata ma che poi si dissipa nel bosco intervallata da profonde trincee.


Il sentiero ritorna scorrevole all'altezza di un bivio dove troneggia una roccia indicante sulla destra la strada per Forte Corbin. 




Dopo alcuni passaggi piuttosto ardui su rock garden la strada si trasforma in una carrareccia larga e scorrevole fino all'arrivo del 639 duro e puro (intersezione al km 14,5) costituito da un risicato single track che scende fino a valle. 

Sullo sfondo il profilo di Forte Corbin

La discesa richiede ottime capacità di guida: il fondo è prevalentemente flow con qualche passaggio su roccia. Nella stagione intermedia ci sarà da fare i conti con una certa viscosità, che tuttavia non compromette la percorribilità. Nella parte alta si distinguono alcuni passaggi gravity nel cuore di un anfiteatro roccioso che lascia senza parole. Molto esaltanti alcuni passaggi su tornanti stretti con sponde naturali che fanno da libidinoso contorno.




Finale in una stretta forra, anch'essa molto affascinante ed ultimo inaspettato incontro con la storia: il torrione della Pedescala, un antica postazione di guardia di epoca scaligera.




Ritorno a Cogollo con qualche strappo in salita e ritorno obbligato su mulattiera.







Commenti

Sponsor affiliato

Seguci anche su Facebook!

Seguci anche su Facebook!
Se per qualche strano motivo non hai ancora messo "Mi Piace" sulla nostra pagina...fallo! E' un piccolo grande aiuto per andare avanti nella nostra missione

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *

Post popolari in questo blog

Bici Decathlon: assolutamente sì o assolutamente no?

Sindrome del Piriforme: la bestia nera del ciclista

Lettera aperta al Parco della Lessinia: basta multe alle MTB!