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Rincine (FI): nel regno del Flow

Rincine è prima di tutto il risultato di un lavoro fatto da un gruppo di appassionati fiorentini che in un favoloso scenario boschivo ha creato un'imponente rete di sentieri mtb a pochi km dalla città del giglio.



Fatta questa introduzione è inutile sprecare altre parole visto che il loro sito è la miglior fonte per approfondire: Firenze Freeride

Ci teniamo a sottolinearlo perché questi sono esempi consolidati di come la MTB possa costituire attività valorizzante per il territorio e per l'aggregazione.

Abbiamo deciso di scoprirla creando un itinerario All Mountain che ci facesse apprezzare le emergenze storico naturalistiche senza rinunciare all'adrenalina di due discese da incorniciare.

Punto di partenza è il Bar-Trattoria i Mandri con il suo ampio piazzale. L'ascesa iniziale è un anticipo di come sarà la maggior parte della salita: acute pendenze appesantite da un fondo ghiaioso.

Dopo quasi 2 km si giunge in località Ratoio, qui si tiene la sinistra all'altezza di un pannello che racconta i fatti della Linea Gotica che hanno coinvolto questo territorio nel '44. Dopo aver imboccato il sentiero conviene svoltare a destra per ricongiungersi alla carrareccia. Da qui in avanti il fondo si trasforma in un tappeto erboso particolarmente suggestivo fino a giungere ai piedi del Monte Massicaia (punto più elevato) dal cui crinale si domina un panorama strabiliante ovunque si poggi lo sguardo. Siamo sul celeberrimo sentiero CAI 00, da queste montagne sgorgano le sorgenti che dissetano il capoluogo toscano.


 




E proprio come l'acqua iniziamo anche noi la nostra discesa inforcando una traccia il cui solco contende spazio alla fitta vegetazione di felci e piccoli arbusti per poi scendere con decisione attraverso tortuosi passaggi che sfiorano rocce e alti fusti.  

L'ambientazione è da perfetta simbiosi uomo natura con le sinuose traiettorie che sollecitano il senso dell'equilibrio. Si arriva a destinazione di questa prima discesa seguendo le indicazioni per il sentiero Sant'Elena e Calimara poi. Quest'ultimo prende il nome dall'omonimo borgo che giace diroccato lungo il sentiero.






Al km 10 terminata questa prima tranche si torna a salire volteggiando in direzione ovest. Dopo un breve tratto di larga mulattiera si passa ad un sentiero leggermente più stretto e con fondo più sdrucciolevole. Ad un primo tratto impervio ne segue uno più tenue, quasi in falsopiano fino ad arrivare ad uno spiazzo (Km 15). Qui si può allungare congiungendo ad anello il sentiero de "I piani" con l' onirica discesa del "Masseto". Sfrecciare tra arcaici castagni e sfiorare le rocce con i tasselli delle gomme sono cose che saziano i nostri voraci appetiti enduro.




Discesa divertentissima e lunga al punto da non far sembrare che ci troviamo ad una altitudine inferiore rispetto al punto di partenza. Un gap che dovrà essere colmato con 4 km di risalita addolciti dall'asfalto, ma negli occhi c'è la felicità e alla fatica chi ci pensa più?





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