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In MTB sulla mitica Cima Breda (BS)

Ci sono itinerari dal sapore leggendario e quello di Cima Breda è senza dubbio tra questi: è l'imponenza del contesto e delle impressioni a renderlo tale.
Sulla cresta di Cima Breda si parla quel linguaggio privo di parole fatto di spazi vertiginosi e panorami mozzafiato; sono attimi che rendono completa la catarsi uomo-natura.




Teatro di questo spettacolo è la valle del Chiese, situata in quell'anfiteatro naturale dove si cullano le placide acque del lago di Idro (Eridio).
I profili spioventi dei rilievi indurrebbero a pensare che si tratti di un'ambientazione poco propizia per gli amanti delle ruote grasse, ma l'impressione è piacevolmente smentita dai vari trails di altissimo livello che pullulano su entrambe le sponde.





Cima Breda è un itinerario che si svolge sul versante occidentale del lago, il suo profilo è punteggiato dalle imponenti mura della Rocca di Anfo, costruita in epoca napoleonica e allargata nel periodo unitario. Purtroppo è accessibile solo su prenotazione e per visite guidate, tuttavia si  può ammirare in tutta la sua interezza nel tratto finale che precede l'ingresso ad Anfo.








Curiosa anche la storia del lago: si trattava in origine di un modesto invaso naturale. Le sue acque furono tra le prime in Italia ad essere sbarrate artificialmente (negli anni '20 su spinta del governo fascista) allo scopo di produrre energia elettrica.

Veniamo al percorso: partenza da Anfo nella zona del campo da calcio - Camping Pilù.   
Appena fuori dal centro abitato si imbocca la strada ex militare direzione Baremone: il tortuoso nastro di asfalto ci accompagnerà per 10km su cui si può impostare una cadenza regolare dallo sforzo ponderato. Sosta rifocillante al Rifugio prima di deviare sullo sterrato della strada per Forte Cima Ora. La visita all'ex struttura militare è anticipata dalla presenza di alcune caserme che fiancheggiano la strada. Il sistema difensivo era parte di un più ampio schieramento di postazioni della linea delle Giudicarie che cingeva l'attuale confine tra provincia di Brescia e Trento; sebbene approntato negli anni della Grande Guerra non venne di fatto mai impiegato visto il mancato coinvolgimento di questo settore negli eventi bellici.






Visitiamo gli edifici diroccati e riprendiamo il sentiero che scorre come una sottile linea sul fianco di un impervio pratone.
Da qui iniziano i tratti più spettacolari ma anche più esposti. Una precisazione è d'obbligo: se non si prendono rischi inutili non v'è nulla di pericoloso, tuttavia per i vertiginosi è consigliabile fare qualche tratto a piedi in più.








La discesa vera e propria inizia intorno al km 14 dopo un'altalena di brevi salite a spinta e discese prudenti.  
Il primo tratto è piuttosto burbero: scorre lungo un favoloso crinale con vista lago. Alcuni passaggi sono scavati e con poco grip, e non sempre è facile stare in piedi: ma la discesa è lunga e molto variegata. Prevale il flow con molti passaggi stretti e tecnici e qualche grazioso rock garden.
Attenzione al km 17: la foga discesistica potrebbe farvi perdere la svolta al bivio e portarvi troppo presto sulla strada. Ci aspetta ora un lungo e dolce flow immerso nel verde che digrada verso riva.  Raggiunta la strada non resta che completare l'ultima manciata di km su asfalto fino al parcheggio della Rocca di Anfo e da qui deviare sullo splendido lungolago. 






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