Val Maira (CN) da costa a costa: Sent. Napoleonico ed Elva
Itinerario dalle atmosfere occitane, qui la famosa croce è un po' dappertutto: scolpita o disegnata sui muri degli edifici ma anche stampata sui sacchetti del pane. E anche la lingua dei trovatori è tuttora parlata dalla popolazione locale.
Geograficamente la Val Maira è una profonda gola scavata dalla forza erosiva dell' omonimo torrente: pochi sono i passaggi che collegano una sponda con l'altra, e questo costituisce una delle particolarità del percorso proposto.
Anche dal punto di vista storico le suggestioni non mancano: nel primo tratto si percorrerà un favoloso sentiero costruito durante le traversate dell'esercito napoleonico nella campagna d'Italia di fine '700. Sul versante opposto troviamo invece i luoghi messi a ferro e fuoco dalle guerre di successione austriaca e spagnola che hanno visto coinvolte la casa Savoia.
Partiamo da Prazzo in corrispondenza del Camping-Parco Avventura dove si trova anche l'inizio della vecchia strada comunale ora chiusa per le continue frane. Arrivati rapidamente a Ponte Marmora si imbocca la SP 113 che si snoda sulla sinistra arrampicandosi in una angusta valle con scenari di canyon impressionanti. I primi 8km se ne vanno su asfalto, intersecando prima il ristrutturato borgo di Vernetti e poi salendo a serpentina fino alla Borgata Superiore dove sulla sinistra, tra le case, inizia lo sterrato napoleonico. Dopo qualche centinaio di metri di mulattiera ad uso agricolo il sentiero diventa veramente tale: stretto ed abbarbicato a mezza costa con panorami sbalorditivi.
Segnavia rettangolare giallo dei Sentieri Occitani |
Dopo circa 3 km in falsopiano inizia la discesa: un avventuroso e ben rodato flow. Il livello tecnico non è mai estremo ma in alcuni passaggi bisogna calare gli assi.
Dopo aver intersecato la strada sterrata si prosegue di qualche passo sulla destra in direzione del torrente a cui si giunge attraverso un insidioso single track che scorre tra alberi e passaggi stretti fino a giungere al nuovissimo ponte in legno.
Ci attende una lunga salita (sinistra in direzione Elva) che parte subito dopo il Bistrot (anche questo ottimo punto per una sosta rifocillante): appare come una infinita scalata che si addentra nei meandri di valli minori, in realtà le pendenze non sono mai esagerate e l'andatura è di quelle che macinano dislivello. Il pezzo più duro è quello dopo la borgata di San Martino superiore (km 23).
Al km 30 all'altezza di un pannello didattico che ricorda i fatti d'arme succitati si devia sulla sinistra per iniziare una lunga ed inebriante discesa.
Il livello tecnico è mediamente più alto rispetto al versante di prima ed anche il fondo non è sempre flow ma un'altalena di sassi e fondo naturale che risulta molto avvincente soprattutto nella tortuosa parte finale che sbuca a Vignale poco sopra la SP che riporterà rapidamente al punto di partenza.
Unica e doverosa raccomandazione: nell'attraversare il nucleo abitativo di San Martino è giustamente richiesto (cartello visibile all'ingresso) di scendere dalla bici. Si tratta di un breve tratto da fare a piedi per motivi di sicurezza viste le pendenze della strada.
Bellissimo
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